Ma non eravamo mica stanchi? Macché, siamo instancabili
Il calendario mettetelo pure da parte. Ormai abbiamo capito bene che non contano più di tanto gli avversari e ci sono alcuni dati che certificano senza grandi possibilità di errore quanto sia grande quello che sta facendo l’Atalanta in questa stagione. Analizziamo solo tre numeri, i più importanti: 46 partite giocate in tutte le competizioni, 52 gol segnati in Serie A e appena 35 subiti. Non c’è dubbio: l’Atalanta merita ampiamente la posizione in classifica che occupa.
Partite ufficiali: siamo a 46, si chiude a 50. Qualcuno, evidentemente condizionato dai risultati e abituato a vedere le partite in televisione invece che andare allo stadio, aveva già sentenziato: l’Atalanta è ormai stanca, non ne ha più. Questa squadra, dettaglio importante, ha già giocato 46 partite ufficiali da inizio stazione (34 in campionato, 8 in Europa League e 4 in Coppa Italia), eppure è ancora in corsa per un obiettivo che sembrava quasi impossibile da centrare. Questo significa che le gambe e il cuore del gruppo sono di un livello pari a quello delle migliori. Gasperini a Zingonia non ha mollato di un centimetro, le sedute di allenamento sono sempre molto pesanti per una squadra che evidentemente ha anche imparato a recuperare al meglio (quando si parla della bellezza del Centro Bortolotti il riferimento non è alle piante che circondano il centro sportivo ma a tutto quello che offre) e che domenica ha dato un’altra grandissima dimostrazione di forza. Tutti i parametri più importanti della sfida con il Toro sono stati a favore della Dea e se considerate che erano i granata a dover vincere per forza si capisce bene la portata della prestazione nerazzurra.
Manca un bomber? 52 gol, sesto attacco. L’annosa e noiosa questione relativa al bomber mancante viene un’altra volta smentita dalla coralità. Senza il miglior marcatore a disposizione (Ilicic, dieci gol in campionato), la cooperativa del gol nerazzurra ha trascinato tutto il gruppo con Barrow e Gosens che nelle ultime due partite hanno portato il totale dei marcatori atalantini in campionato a quota 15. Vedere tanti giocatori diversi mettere il proprio nome sul tabellino è segno di una grande partecipazione alla manovra per un gruppo dove ormai tutti sanno quello che devono fare. Ragazzi a parte, in difesa hanno segnato tutti tranne Hateboer e Castagne (quest'ultimo ha fatto gol, ma in Coppa Italia), in mezzo sono andati a segno i tre che si sono alternati nei ruoli centrali (Freuler, de Roon e Cristante) ma non Spinazzola, mentre in avanti gli unici a non aver trovato la via del gol sono Vido e Orsolini, ormai lontani da Bergamo. Una squadra che in 34 partite crea 313 occasioni da gol con la bellezza di 410 tiri vero la porta avversaria ha di certo un problema di concretezza e precisione, non di mancanza di uomini, perché sono loro stessi ad aver creato tante occasioni.
Difesa di ferro, appena 35 gol subiti. Oltre a un attacco di ottimo livello, il rendimento stagionale della difesa nerazzurra è altrettanto positivo. Con appena 35 gol presi in 34 partite, l’Atalanta ha la sesta difesa del torneo (solo il Genoa, delle squadre che seguono, ha fatto meglio con 34 gol subiti) e questo aiuta tantissimo soprattutto nei momenti dove non si riesce a sfondare con continuità dalle parti del portiere avversario. Intendiamoci: questa squadra segna spessissimo, ma se ti fermi a un solo gol diventa fondamentale non subirne. Il leader del pacchetto arretrato è Masiello (2.494' minuti, 27 presenze e 3 gol) ma anche Toloi (2.332' minuti, 28 presenze e 1 gol) e Caldara (21 presenze tutte da titolare con 3 gol e 2.001' minuti all’attivo) hanno rappresentato finora una certezza assoluta. Palomino come prima alternativa e Mancini nei panni del giovane in rampa di lancio completano la batteria di centrali, che insieme agli esterni (Hateboer, Spinazzola, Castagne e Gosens) riesce spesso a conciliare perfettamente la fase di attacco e quella di difesa.