Atalanta-PSG a Lisbona

La sera dello storico assalto dei bergamaschi alla Grande Armée di Parigi

Grande attesa per il popolo atalantino alla vigilia della super sfida con il Paris Saint Germain allo stadio Da Luz di Lisbona

La sera dello storico assalto dei bergamaschi alla Grande Armée di Parigi
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di Fabio Gennari

Abbiamo cuore, grinta, fegato e polmoni. Sappiamo che l'Atalanta è una squadra vera con qualche difetto e un sacco di pregi. Siamo consapevoli che l'avventura potrebbe chiudersi subito, ma pure che, nel calcio, spesso le storie belle diventano favole. Questa sera alle 21, teatro lo stadio Da Luz di Lisbona, la squadra di Gasperini prova a spaccare le certezze di un Paris Saint Germain che si sente ed è più forte. Per valore della rosa, per parametri economici legati agli stipendi, per il fatto di essere campione di Francia e perché il presidente (ricchissimo) ha comprato giocatori fortissimi.

 

L'Atalanta cercherà di superare un ostacolo davvero tosto, i francesi almeno sulla carta sono favoriti, ma le assenze (sicure quelle di Verratti e Di Maria, altamente probabile quella di Mbappè) e un pizzico di follia che questo tipo di gare accendono lasciano ai bergamaschi e a tutti gli amanti del calcio la speranza che la piccola, grande Atalanta possa scrivere un'altra incredibile pagina nella storia del calcio. L'attesa a Lisbona non sembra particolarmente alta, ma a Bergamo non si parla d'altro e questa sera tutta la provincia si fermerà per seguire la squadra nerazzurra.

Il sogno del popolo orobico è quello di prolungare una stagione che per colpa del Covid-19 si sta trascinando per le lunghe e chiuderà i battenti con una finale a otto che mai si era vista prima nel torneo continentale più importante di tutti. Dentro la sfida ci sono tanti piccoli e grandi confronti molto stuzzicanti, da Neymar a Gomez passando per Icardi e Zapata la sensazione è che saranno le difese ad essere più sollecitate, ma nei 90 minuti più recupero previsti al Da Luz può succedere davvero di tutto.

Tra i pochissimi giornalisti accreditati per seguire il match dagli spalti, abbiamo raccolto alcuni pareri su come potrà andare a finire questo storico quarto di finale. «Credo che possa essere una partita meno aperta di quello che ci si possa aspettare - racconta Andrea Elefante della Gazzetta - perché siamo molto avanti nella stagione e perché il PSG sa che non può sottovalutare l'Atalanta. Non credo che siano due squadre che possano snaturarsi più di tanto, penso possa essere una bella partita e che il PSG sia favorito. Se Gomez e Gosens riusciranno a ritrovarsi dopo qualche partita un po' sottotono penso che la sorpresa possa esserci».

Parere un po' diverso, invece, per Giacomo Mayer di Bergamo&Sport. «Il pronostico non è semplice, la speranza è quella di passare il turno ma ci sono alcune assenze che possono condizionare l'andamento del match. Senza Ilicic, Gollini, Di Maria e Verratti (da vedere Mbappè) la sfida è difficile da decifrare, sulla carta è favorito il Paris Saint Germain, ma nel calcio spesso i pronostici vengono ribaltato quindi io dico che l'Atalanta può farcela». Positivo anche Pietro Serina de L'Eco di Bergamo: «Se stiamo bene fisicamente abbiamo delle possibilità di fare bene e restando in partita fino alla fine l'Atalanta può farcela».

A crederci più di tutti - con gli scongiuri del caso - è il presidente Percassi che ieri ha raggiunto la squadra a Lisbona con il figlio Luca, amministratore delegato della società nerazzurra. In un video pubblicato sul sito ufficiale, il presidente ha detto: «Sono venuto ad affrontare la storia, per il club è un evento incredibile di importanza internazionale. Abbiamo fatto un miracolo, con grande merito: si è aggiunto un bel gioco e speriamo in una bella figura, siamo qui per imparare, sempre, anche perché siamo in campo con i migliori giocatori al mondo». E ha ripetuto (convinto ma non troppo): «Comunque vada, va bene». Chiarendo però il concetto: «La prossima Champions è già in tasca, un passo gigantesco per noi: è incredibile, siamo davanti a un’Atalanta stratosferica ed è toccante che sia stata lo strumento per far conoscere Bergamo in Europa e nel mondo, e per mostrare che è una città forte, ha un popolo forte, tosto che sa reagire».

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