Esclusiva

Perché Caldara è tornato all'Atalanta? Il papà: «Era la cosa migliore. E sul Milan...»

A pochi giorni dal ritorno, parla il padre Stefano: «Dai rossoneri tante promesse, ma nessuna vera opportunità. Dopo il 5-0 con i nerazzurri la decisione».

Perché Caldara è tornato all'Atalanta? Il papà: «Era la cosa migliore. E sul Milan...»
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di Fabio Gennari

Stefano Caldara ha 57 anni e lavora per un’azienda di serramenti. Insieme alla moglie Laura vive a Scanzorosciate, in una bella casa a due passi dal centro del paese. Guardandolo negli occhi, davanti a un caffè, si capisce subito che è felice: il figlio Mattia è tornato a casa, giocherà ancora nell’Atalanta e presto gli regalerà, insieme alla fidanzata Nicole, la gioia di diventare nonno.

Suo figlio Mattia a Firenze è tornato in campo con l’Atalanta. Come l’ha vissuta?

«Sono emozionato e stupito. Non mi aspettavo che giocasse così tanti minuti e così bene. È entrato con una voglia incredibile. Mattia è spinto da un sentimento di rivincita pazzesco e sono davvero felice per lui. Era teso ed emozionato, a Firenze ha sentito tanta pressione anche perché ha un carattere che lo porta sempre a sentirsi sotto esame. Io gli dico di stare tranquillo, da questo punto di vista il ritorno a Bergamo è qualcosa di estremamente positivo: altre squadre nelle scorse settimane lo volevano, ma abbiamo sempre pensato che la cosa migliore sarebbe stata tornare a casa. A Bergamo. All’Atalanta».

Pochi allenamenti a Zingonia e poi subito una maglia da titolare.

«Mi ha sempre detto che si sentiva bene, sono le stesse sensazioni che mi raccontava nelle ultime settimane al Milan. Con i rossoneri ha giocato tre volte in Primavera: la prima obiettivamente l’ha fatta male e si capiva che non era al top, le altre due invece le ha giocate bene e con buona gamba, ma non ha mai avuto la possibilità di tornare con la prima squadra in due mesi passati in gruppo. Si è sempre allenato bene, anche oggi arriva un’ora prima al campo e se ne va tardi. Perché non provarlo? Pazienza, ormai è acqua passata».

C’è un dettaglio importante: ora il suo futuro è nelle mani dell’Atalanta.

«È qualcosa che abbiamo cercato. Mattia è passato dalla Juve al Milan in pochissimo tempo, dal punto di vista morale non è semplice gestire queste cose. Io da almeno cinque mesi speravo in una soluzione di questo tipo, lo vedevo guarito e desideroso di tornare protagonista. Ma al Milan, nonostante tante promesse, non c’è mai stata davvero la possibilità di entrare nelle rotazioni».

Qual è stata la prima cosa che le ha detto appena firmato con i nerazzurri?

«“Papà, sono felice e sereno”. Sentire queste parole da tuo figlio è qualcosa di davvero emozionante».

Due brutti infortuni e una carriera che sembrava a rischio. Ha avuto paura che non tornasse più sui livelli che ha dimostrato di poter raggiungere?

«Sono sincero, ho avuto questo timore. Ma lui è una forza della natura, ha una mentalità che lo porta sempre a dirmi: “Papà, non preoccuparti che torno al top e ce la faccio”. Ha subito due infortuni gravi e ne è uscito, io però gli dico pure che deve andare al massimo perché i difensori dell’Atalanta sono cresciuti davvero tanto. Quindi per ritagliarsi spazio dovrà fare davvero le cose per bene. Il gruppo lo ha accolto alla grande, dal mister a tutti i compagni. Questo è molto positivo».

In poco tempo, il suo procuratore, Beppe Riso, ha chiuso una trattativa molto importante per tutti.

«Devo dire che ha fatto un grande lavoro. Mattia ha deciso definitivamente di tornare a Bergamo dopo la gara persa per 5-0 dal Milan a Bergamo. Pioli, invece che puntare su di lui, ha fatto scaldare il giovane Gabbia e mio figlio ha detto basta chiedendo al procuratore di accelerare. Nel gruppo del Milan ha tanti amici, con Romagnoli, Conti e Calabria ad esempio il rapporto è ottimo, ma ormai era ora di cambiare».

Il ritorno all’Atalanta non è l’unica gioia di questo periodo: diventerete presto nonni.
«È stata una grande emozione questa notizia. Nicole era in dolce attesa da due mesi e sono venuti a svelarci la bellissima novità. Lui ne parlava spesso, la sua fidanzata ha terminato gli studi e ora hanno deciso anche di fare questo passo. Siamo pronti, sarà bellissimo sia per me che per mia moglie. Ma c’è un’altra cosa che aspetto con grande emozione».

 

Ovvero?

«Il ritorno in Nazionale. Lui ci crede tantissimo, dai segnali che abbiamo il ct Mancini lo tiene d’occhio e stravede per lui. Sono convinto che se ritrova continuità qui all’Atalanta si possa riaprire anche quel discorso. Chiaramente anche la Champions League, o comunque la vetrina europea, ha pesato nella decisione».

Chiudiamo con il vostro paese, Scanzorosciate: lo striscione che hanno esposto dice molto. Come hanno accolto il ritorno di Mattia all’Atalanta?

«Sono tutti contenti, davvero. Mi fermano per strada, lo facevano anche prima delle firme perché tutti lo volevano ancora all’Atalanta. E non solo negli ultimi mesi. Lo striscione che si vede qui vicino al Comune è emozionante, Mattia abita a Milano con Nicole ma torna spesso a casa. Il legame con la famiglia, gli amici di Torre de' Roveri e Ranica, la merenda con la nonna, sono tutte tradizioni che porta avanti. Come il pranzo di Natale: ci tengo tantissimo che a mezzogiorno del 25 si stia tutti assieme e lui non manca mai. Anche quest’anno ci siamo trovati e abbiamo festeggiato assieme».

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