Peccato per la beffa finale, ma la Grande Atalanta è tornata
di Xavier Jacobelli
Peccato, davvero peccato per la vittoria scivolata fra le mani all’ultimo respiro. Eppure, dentro il pareggio della Dea contro la Juve, c’è un’indicazione che prevale su tutte: l’Atalanta è tornata. Alla grande. Proprio di fronte alla squadra di Allegri, trasformata dall'arrivo di Vlahovic che, però, a Bergamo è rimasto a secco dopo due gol in due partite di fila, i nerazzurri hanno offerto una prova sontuosa, degna dei loro giorni migliori.
Il punteggio finale è sostanzialmente giusto, stante l’equilibrio complessivo regnato tra le due formazioni, sia quanto a occasioni create sia per la qualità del gioco espresso dall’una e dall’altra. E se è vero che, come già in Coppa Italia contro la Fiorentina, l’ultimo minuto è stato fatale ai bergamaschi, stavolta non la sconfitta è arrivata, ma un pareggio che li tiene più che mai in corsa per la qualificazione alla Champions League, ricordando come debbano recuperare la partita con il Toro.
Gasperini, ancora una volta si è superato. Senza Zapata per almeno altri due mesi, l’allenatore ha varato dal primo minuto l’inedita coppia Boga-Muriel. Il primo è andato benissimo ed era solo alla seconda partita da titolare; il secondo ha giocato così così e il nervosismo che ha manifestato uscendo dal campo quando è stato sostituito è spia della sua smania di tornare a essere protagonista come nell'ultima stagione. È solo questione di tempo.
Gigantesca la prova di Demiral che ha neutralizzato Vlahovic per non dire di di Malinovskyi, dinamite pura sui calci piazzati. Da quando è arrivato in Italia, Ruslan ha segnato alla Juve almeno una volta all’anno: c’è riuscito nel 2020, nel 2021 e ora nel 2022.
La Juve era la peggiore avversaria che potesse capitare all’Atalanta in questo momento: ma, se è vero che le grandi squadre si ritrovano nei momenti più difficili della stagione, l’Atalanta ha dimostrato di essere una grande squadra. E adesso, sotto con l’Olimpyacos: l’EuroDea è di nuovo qui. Ed è un bel vedere.