Percassi in cinque punti (su mister, mercato e fischi)
Il presidente Antonio Percassi ha parlato in diretta a BergamoTv. I giornalisti che lo attendevano al Centro Congressi per la serata annuale di galà che viene organizzata dal Centro Coordinamento Club Amici dell’Atalanta speravano di raccogliere qualche dichiarazione, l’appuntamento è stato rimandato di poche ore e quando il numero uno della Dea è intervenuto negli studi di TuttoAtalanta sono arrivate parole importanti.
Una ventina di minuti scarsi per mettere in chiaro alcuni concetti, nessuna conferma particolare sui nomi che circolano in tema di mercato, ma spunti importantissimi per il futuro della squadra nerazzurra. Riassumiamo qui, punto per punto, il pensiero di Antonio Percassi all’indomani dell’importantissimo successo contro il Cesena e a due settimane dal termine degli impegni ufficiali per il 2014.
1) L’intervento mancato.
«Non sono mai sceso negli spogliatoi nell’intervallo e non l’ho fatto nemmeno domenica. Chi ha messo in giro certe notizie ha sbagliato, non c’è nulla di vero». Dopo le smentite di Marino e Colantuono, ecco anche le parole del numero uno nerazzurro in merito ad un suo presunto intervento tra il primo e il secondo tempo della gara contro i romagnoli.
«Intervenire sarebbe stato assolutamente fuori luogo, avevamo appena segnato il 2-1 e potevamo rimontare. Quando e come parlare alla squadra lo decido io, certamente non mi metto a fare azioni che possano screditare il mister davanti a tutto il gruppo proprio in mezzo ad una partita così importante. Quando giocavo io, non è mai successo che Bortolotti facesse interventi durante l’intervallo delle partite. Mai».
Colantuono e Marino sono arrivati davanti ai taccuini quasi un’ora dopo il fischio finale, è quindi altamente probabile che proprio con loro il presidente abbia avuto un confronto dopo la gara e la smentita è stata vigorosa e totale. Da numero uno, da manager navigato che conosce perfettamente gli equilibri di un team di lavoro dove tutti devono sentirsi importanti nel proprio ruolo.
2) I fischi giusti e quelli sbagliati.
«Colantuono ha riportato un dato preciso, non gli sono piaciuti i fischi fatti dopo pochi minuti. Sono d’accordo perché in quel momento l’Atalanta stava giocando, non è giusto fischiare dopo un paio di passaggi arretrati. Certo, dopo lo 0-2 credo siano normali manifestazioni di disappunto perché nessuno di quelli che hanno a cuore l’Atalanta poteva essere contento di un simile parziale, però la squadra ha rimesso le cose a posto praticamente subito e, dopo il 3-2, avrebbe potuto segnare altri gol. Credo che durante la gara sia giusto sostenere, se poi le cose non vanno bene a fine partita il disappunto è condivisibile» Il presidente Antonio Percassi ha sottolineato, dunque, come i fischi contestati dal tecnico non siano tutti, ma quelli legati ad un particolare momento.
Dopo 11 minuti, momento in cui il tecnico ha sentito i mugugni che lo hanno infastidito, l’Atalanta era sullo 0-0 e controllava le operazioni. La tempistica è al centro del concetto: se ti lamenti dopo lo 0-2 hai ragione, se lo fai subito invece sbagli. Anche perché, sottolinea Percassi, «la stessa giocata di alleggerimento fatta nella ripresa in vantaggio per 3-2 ha visto una reazione diversa da parte dei tifosi. Ho sentito applausi».
3) Colantuono fino al 2017.
«Se avessimo perso non avrei esonerato Colantuono, è il nostro allenatore e ha un contratto fino al 2017». Chiaro, diretto, convinto. Il numero uno della Dea ha dichiarato che, anche in caso di sconfitta interna contro il Cesena, non avrebbe fatto saltare il timoniere. Dichiarazione da post vittoria fondamentale per la stagione o pura verità?
Certamente a qualcuno il dubbio è venuto ma la realtà dice che con Percassi il tecnico Colantuono ha sempre ottenuto i risultati richiesti e anche quest’anno si lavora per restare in serie A. «La permanenza nella categoria è fondamentale, non mi aspettavo di avere queste difficoltà ma poi guardo a squadre come Torino, Parma e Verona che sono con noi o appena dietro e dico che passare da una stagione esaltante ad una da incubo è sempre possibile. Quindi andiamo avanti per la nostra strada e prendiamo i 3 importantissimi punti strappati domenica: avessimo perso, guardando la classifica, erano dolori».
4) Il mercato.
«Stiamo lavorando, qualcosa faremo di sicuro. Penso che sia fondamentale aspettare ancora un paio di settimane. Gilardino? Non facciamo nomi, lui comunque è uno di quelli che stiamo valutando ma dobbiamo completare la rosa dove ci sono mancanze per via dei due gravi infortuni occorsi ad Estigarribia e Raimondi». In questo passaggio, il presidente ha dato molte più indicazioni di quello che si possa pensare. Innanzitutto, le tempistiche: alla fine degli impegni ufficiali del 2014 mancano due settimane, l’Atalanta ha di fronte gli impegni contro Lazio in trasferta e Palermo in casa.
Più che le partite in programma, però, contano i possibili infortuni delle altre. Soprattutto di quelle con più potenziale economico. Ragioniamo. Se da qui a Natale si rompe il centravanti di una big che magari gioca in Europa, Alberto Gilardino potrebbe essere attirato da altre sirene. Stesso discorso per Pandev o Diamanti. Ecco perché bisogna avere pazienza, portando avanti le trattative e sperando che non ci siano interventi al fotofinish di altre concorrenti.
Si parla tanto di attaccanti ma Percassi dichiara apertamente che i buchi da coprire sono altrove: ecco la seconda indicazione. Oltre al centravanti, l’Atalanta si muoverà su uno (forse due) centrocampisti titolari. Certo, con Diamanti in entrata si potrebbe adattare Maxi in fascia ma è chiaro che nei ragionamenti che si stanno facendo entrano pure esterni di gamba pronti subito. I nomi sono top-secret, tra poche settimane capiremo.
5) Il rinnovo di Raimondi.
«Ho parlato con Raimondi sabato, lo aveva già fatto mio figlio Luca e ribadisco pubblicamente che non ci sono e non ci saranno problemi per il rinnovo. È un giocatore fondamentale per noi e per il gruppo Atalanta». Ecco la conferma ufficiale, ecco le parole che rinnovano di fatto il contratto di Raimondi. CR77 sarà operato quest’oggi a Barcellona, la proprietà conosce perfettamente le dinamiche del gruppo e sa bene che uno come Raimondi è troppo prezioso all’interno dello stanzone di Zingonia. Il contratto in scadenza giugno 2015 sarà rinnovato al più presto, segnale chiaro che i pilastri del gruppo non si toccano.