Perché Gasp potrebbe davvero sognare in grande con la Dea

Perché Gasp potrebbe davvero sognare in grande con la Dea
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Tanti giovani nel vivaio da lanciare nel calcio che conta, uno stadio di proprietà da ristrutturare passo dopo passo e l’aumento dei posti in Champions League per l’Italia dal 2018/2019. La domanda sorge spontanea: perché non può essere questo il progetto che Gasperini ha in mente per l’Atalanta del futuro? Non abbiamo riscontri diretti, non sappiamo cosa passi per la testa del tecnico di Grugliasco né quando arriverà il prolungamento del contratto. Però abbiamo letto l’intervista fatta al mister al collega Pietro Serina de L'Eco di Bergamo e ci siamo chiesti perché mai il tecnico non dovrebbe accettare di restare a Bergamo a lungo. Al di là delle mere valutazioni economiche, non abbiamo trovato nessun motivo che possa far pensare ad un divorzio.

 

 

I giovani della Dea: una miniera d’oro. Il primo dettaglio che ci sembra determinante riguarda i giovani. Gasperini, a più riprese e in diverse occasioni, ha parlato di come gli piaccia lavorare nel calcio con i ragazzi. La sua storia personale è zeppa di esempi relativi a nuove leve lanciate nel calcio che conta e a Bergamo c’è il massimo per fare bene. È un po’ come pensare ad una cucina di un grande ristorante: c’è lo chef migliore ed ha a sua disposizione ingredienti di prima qualità con cui poter cucinare piatti fantastici. I risultati dipendono sempre da tanti fattori, ma le premesse sono ottime. In Italia, nessuna realtà può vantare un settore giovanile come quello atalantino. Lo dicono i numeri e non ci riferiamo ai risultati: da Zingonia escono ogni anno tanti elementi che prima o poi giocano da professionisti. Il buon Mino Favini ripeteva sempre che non è possibile pensare di sfornare solo campioni, la valutazione deve essere fatta sui calciatori professionisti e che dunque militano dalla A alla Lega Pro. A Bergamo, le due squadre di giovani più prossime alla prima squadra sono formate da Campioni d’Italia e anche tra i più piccoli le soddisfazioni non mancano. Perché mai uno che dopo gli allenamenti ama girare tra i campi a vedere il lavoro dei più piccoli e trae beneficio da queste emozioni positive dovrebbe andare a cercare fortuna altrove?

 

 

Lo stadio di proprietà e i nuovi orizzonti. Il secondo grande tema che riguarda l’Atalanta dei prossimi anni è quello legato allo stadio. Il conto alla rovescia ormai è partito, tra qualche settimana (il 10 maggio) sapremo con certezza se l’Atalanta ha comprato lo stadio di Bergamo e sinceramente non ci sono troppi dubbi. La strada, le date, i progetti, gli intoppi possibili sono tutte cose tangibili e non pensieri sparsi: a Bergamo sta succedendo una cosa storica che in nessun’altra piazza di Serie A è mai accaduta. Gasperini a Genova ha dovuto rinunciare ad una qualificazione Uefa per mancanza della licenza, qui a Bergamo la società è sana e sta intraprendendo un cammino che la porterà forzatamente ad avere un profilo nuovo, diverso e imparagonabile rispetto al passato. Chi siederà su quella panchina nei prossimi anni, resterà scritto nella storia al pari di tutti i protagonisti che in questo campionato hanno fatto il record di punti e (speriamo) riporteranno la Dea in Europa. Perché mai Gasperini non dovrebbe prolungare un contratto che nel 2020 lo porterebbe ad essere il tecnico dell’Atalanta con lo stadio finito?

 

 

Ben quattro squadre in Champions: perché non provarci? Lo stesso mister di Grugliasco, ad inizio stagione, parlò spesso di dimensione europea. La stabilità societaria, i ricavi, un adeguato ricambio di calciatori e l’acquisto di qualche big a completare il percorso sono tutte facce della stessa medaglia: si chiama programmazione. L’Atalanta sta vivendo una grande stagione, a ridosso delle prime, forse una cavalcata così non è ripetibile o magari è solo la prima di una lunga serie. Del futuro non v'è certezza. Quello che però sappiamo ormai tutti è che dal 2018/2019 l’Italia riporterà quattro squadre in Champions League e tre in Europa League. Perché non crederci? Le famose sette sorelle non vivono grandi periodi. Gli introiti sono diversi e il livello di Juventus, Roma e Napoli è decisamente alto. Però per gli altri quattro posti europei mica è tutto deciso. L’Inter in prospettiva è una potenza, ma i soldi non vincono i campionati; la Lazio e la Fiorentina non sono costanti pur avendo un grande potenziale; il Milan deve ancora trovare certezze societarie. La possibilità di giocare sempre in vantaggio di programmazione rispetto alle altre è decisamente alta, perché non cavalcarla da protagonista? Dietro c’è un popolo di tifosi che ha già dimostrato di cosa è capace, le condizioni per Gasperini a Bergamo sono le migliori.

 

 

Soldi e grandi piazze sono davvero un pericolo? Non siamo sprovveduti né abbiamo le fette di salame sugli occhi. Il pezzo che state leggendo è in parte una provocazione (anche se i dati a supporto del ragionamento sono abbastanza oggettivi): è chiaro che se domani mattina arrivasse una super big con un contratto e un progetto da urlo, le certezze che abbiamo sono destinate a vacillare. Un po’ di forza, però, ci arriva proprio da Gasperini che nel recente passato ha fatto capire di considerare l’Atalanta una "big" adatta alla sua dimensione. Per come lo abbiamo conosciuto, il mister a Bergamo si trova benissimo. È ovvio che non si possa fare una squadra solo con i ragazzi del vivaio, ma con un mercato che dopo le cessioni di Gagliardini e Caldara può essere programmato con ottimismo, la Dea, grazie a qualche innesto mirato, potrebbe davvero prendere residenza nella parte sinistra della classifica. Il tecnico è sereno e felice, oltre che concentrato sul rush finale; il contratto per altri due anni lo blinda e quindi non c’è fretta di chiudere: la volontà dell’Atalanta è chiara e dalla panchina arrivano segnali che tutto possa chiudersi nel migliore dei modi. La piazza aspetta solo l’annuncio.

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