Perchè i tifosi atalantini non vanno più in trasferta

Perchè i tifosi atalantini non vanno più in trasferta
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Il sostegno del pubblico atalantino, negli anni, è stato spesso riconosciuto come un elemento decisivo per le fortune nerazzurre. A Bergamo, affrontare l’Atalanta, è difficile per chiunque e indipendentemente dal risultato è spesso accaduto che i giocatori uscissero dal campo tra gli applausi dopo aver dato tutto per quella maglia che significa tantissimo per gli aficionados orobici. Giri di campo nel giorno della retrocessione, applausi dopo un 5-1 interno e molti altri episodi simili: la gente dell’Atalanta è fatta così.

Se a Bergamo il discorso è sempre valido, pur con tutte le difficoltà di coordinamento di cori e sostegno senza tamburi e megafoni, quello che colpisce è come lontano da Città Alta si sia di fronte ad uno spopolamento progressivo dei settori riservati agli ospiti quando gioca l’Atalanta. Intendiamoci, la tendenza è comune a molte realtà e la tessera del tifoso è uno scoglio durissimo da superare visto che gli ultras di Bergamo non vanno in trasferta: i ragazzi della Curva Pisani non sono tesserati, per scelta. I numeri però sono impietosi e, se da un lato meritano grandi applausi tutti coloro che a prescindere vogliono esserci, dall’altro c’è un interrogativo enorme che sorge spontaneo: perché la gente dell’Atalanta non va più in trasferta al seguito dei nerazzurri?

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In questa stagione l’Atalanta ha giocato lontano da Bergamo 6 partite e il totale dei tifosi ospiti presenti nei settori riservati è stato di 1437 unità. Una media di 240 atalantini al seguito per ogni partita. Il dettaglio delle gare è questo: 24 nerazzurri a Cagliari, 321 a Milano contro l’Inter, 332 a Genova contro la Sampdoria, 162 a Udine, 162 a Torino contro i granata e 436 al Mapei Stadium contro il Sassuolo.

Esclusa la trasferta in Sardegna, certamente onerosa dal punto di vista economico soprattutto perché la data e l’orario definitivi sono stati definiti molto tardi rispetto al sorteggio dei calendari e quindi la possibilità di accedere a offerte vantaggiose era ridotta al minimo, fanno decisamente pensare le presenze di Milano contro l’Inter e Torino contro la squadra di Ventura. Negli stessi stadi, contro gli stessi avversari, in passato si raggiungevano numeri di gran lunga superiori: a San Siro ci sono state partite con migliaia di bergamaschi al seguito pronti per incitare la Dea.

Questa tendenza al ribasso dipende solo dalla difficoltà nel reperimento dei biglietti e di organizzazione delle trasferte? Possibile che senza ultras a tirare il carro della passione, Bergamo non riesca a produrre numeri importanti per una maglia come quella dell’Atalanta che da sempre è sinonimo di passione in tutta Italia? Ci sono 74 Club Amici nella provincia, certamente sono tanti gli iscritti così come sono tanti gli abbonati (oltre 10.000): come mai anche quando lo stadio avversario è vicino tanta gente preferisce vedere le gare dal divano? Possibile che non si riescano ad organizzare 3-4 bus ogni domenica?

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È difficile anche pensare che possa dipendere dalle prestazioni. Adesso l’Atalanta non entusiasma, lo sappiamo tutti. Però non è il tifoso atalantino quello che segue la squadra solo perché vince, perché regala spettacolo, perché segna un sacco di gol ogni volta. No. Il dna del tifoso atalantino è fatto di sofferenza, passione e di quel qualcosa in più che esce e diventa decisivo nel momento in cui la squadra in campo fatica.

Qualcuno che prova ad impegnarsi nell’organizzazione c’è, il Centro di Coordinamento e “Chei de la Coriera” sono ogni volta pronti a dare una mano e, anche ad Empoli, ci sarà il servizio bus per chi fosse interessato. Però diventa fondamentale la risposta della gente. È imprescindibile la partecipazione anche se pay-tv e web danno un sacco di possibilità di seguire le partite stando comodamente a casa. Perché avanti di questo passo, il futuro è fatto di stadi vuoti e divani pieni: Bergamo, in casa, risponde ancora bene, ma il panorama nazionale è desolante. Soprattutto quando San Siro, l’Olimpico o il San Paolo sono pieni solo a metà.

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