Punto guadagnato o due punti persi? In una Champions così, il bicchiere è mezzo pieno

di Fabio Gennari

Premessa: dopo una partita del genere, sorridere per un pareggio sembra davvero qualcosa di difficile da comprendere. Eppure bisogna avere grande rispetto del campo e di una classifica che procede in modo disgiunto rispetto alle dinamiche di ogni turno: si gioca contro altre otto compagini, ma la classifica è a 32. Questo rende tutto più incerto, non permette di fare calcoli e, come nelle intenzioni degli ideatori del nuovo format, fino all'ultima giornata ci possono essere sorprese.

Dai calcoli e dalle prospettive che si erano fatte a inizio stagione, per entrare nelle 24 squadre che andranno avanti in Champions serviranno circa 10 punti: quello, per il momento, è il punto di riferimento da tenere.

Ci sono otto partite a disposizione, si parla di 1,25 media di punti a sfida, con la Dea che in questo momento è a quota cinque punti in tre gare, ovvero 1,66 a gara, con una proiezione, tenendo questa media, che va sopra quota 13. Si tratta di giochini matematici al momento, ma è l'unica cosa che abbiamo in mano.

Sulla strada della Dea ci sono ancora Stoccarda, Young Boys, Real Madrid, Sturm Graz e Barcellona e con due vittorie si supererebbe lo scalino dei 10 punti, ma è chiaro che bisogna procedere una sfida alla volta. Lo Stoccarda, prima di vincere con la Juventus sembrava meno competitivo. Lo Young Boys ha dato del filo da torcere all'Inter, Barcellona e Real sembrano di un'altra categoria. Tutto e il contrario di tutto: non resta che andare avanti una gara alla volta. Contando i punti, non i rimpianti.