Punto sul mercato nerazzurro (che comunque non è male)

Punto sul mercato nerazzurro (che comunque non è male)
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Mentre l’Atalanta continua la sua preparazione verso la sfida di giovedì in Israele contro l’Hapoel Haifa, i tifosi sono concentrati sull’Europa League ma restano sempre attenti anche al mercato. Pensare in questo momento alle trattative può sembrare un po' fuori luogo, ma visto che il tema è sempre molto caldo facciamo il punto della situazione e ragioniamo un attimo sul perché, anche nel caso non accadesse più nulla, l’Atalanta non è messa affatto male sul fronte di arrivi e partenze.

 

 

Punto primo: sono arrivati giocatori forti. Il mercato nerazzurro è molto cambiato rispetto all’anno scorso. Nella stagione 2017/2018 la rosa atalantina venne allargata con molto anticipo grazie agli acquisti dei vari Cornelius, Palomino, Schmidt, Haas, Gosens e Mancini, mentre i colpi veri furono de Roon e Ilicic, arrivati a ritiro iniziato. L’Atalanta in questa stagione ha sistemato la rosa con Zapata e Pasalic nella seconda metà di luglio, il primo non si è ancora visto sui suoi livelli migliori mentre il secondo esordirà probabilmente in Israele ma è chiaro che parliamo di innesti di assoluto livello per la Dea. La sfortuna vera è l’infortunio al giovane Varnier (difensore) ma la squadra è stata puntellata anche in altre zone del campo da innesti comunque interessanti come Pessina e Valzania, che sono ritenuti giovani di grandi prospettiva. Reca è arrivato come vice Gosens e servirà tempo per scoprirlo. Rosa alla mano, l’unico reparto forte un po’ “corto” è la difesa, che ha quattro uomini per tre posti più Djimsiti e il giovane Bettella; in attacco c’è abbondanza ma un esterno al posto di Cornelius sarebbe prezioso, senza dimenticare che in quel ruolo alla bisogna può giocare anche Barrow.

 

 

Punto secondo: è partito solo un big. Nonostante si parli di tre partenze eccellenti, Caldara e Spinazzola erano già da considerare andati nei mesi passati e quindi l’unica vera partenza è stata quella di Cristante per la Roma. L’Atalanta in quel ruolo ha preso Pasalic, ma il croato può anche essere considerato come alternativa importante a centrocampo visto che davanti ci sono Ilicic e Gomez che possono giocare senza problemi da titolari. Loro due, con il croato e Barrow alternative (il gambiano oggi è il centravanti titolare ma Zapata prima o poi sarà pronto e in mezzo ci sono anche Tumminello e Cornelius), coprono senza problemi tutte le soluzioni. A centrocampo gli esterni sono Gosens e Reca a sinistra oltre a Castagne e Hateboer sulla destra, numericamente siamo a posto e in particolare sulla corsia mancina il nodo è solo uno: il polacco Reca quando sarà pronto? Il suo vecchio allenatore nel Wisla Plock è passato alla Nazionale polacca (Jerzy Brzęczek) e quindi è molto probabile che per il classe 1995 arrivato da poco in Italia si aprano presto le porte della selezione che ha deluso ai recenti Mondiali e che quindi va un po’ cambiata pensando al futuro. In difesa, Palomino e Mancini offrono le più ampie garanzie insieme a Masiello e Toloi, quindi di buchi evidenti non ce ne sono.

 

 

Punto terzo: quelle davanti corrono troppo. L’ultima considerazione che merita di essere fatta riguarda il contesto di Serie A con cui l’Atalanta è chiamata a misurarsi. Reduce da un quarto e da un settimo posto, la Dea nella stagione che sta per iniziare si dovrà misurare per la rincorsa all’Europa con squadre che sono clamorosamente migliorate. Juventus e Inter hanno finora dato vita a un mercato scintillante, la Roma ha qualche difetto in difesa ma ha fatto un sacco di acquisti e il Napoli è sempre temibile anche se l’unico vero grande colpo è arrivato in panchina. La Lazio non ha fatto chissà quali movimenti ma ha sempre giocatori molto importanti come Immobile e Milinkovic a disposizione, il Milan ha incredibilmente messo a segno operazioni di grandissimo livello e deve solo essere assemblato, quindi l’Atalanta non può che puntare sul collettivo e sulla sua grande solidità più che su qualche altro colpo per cercare di tenere ancora dietro le varie Fiorentina, Torino e Sampdoria. Va bene sognare ma, oggettivamente, il percorso della Dea non sarà semplice. Poi, come sempre, sarà il campo a dire chi ha ragione e chi no.

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