Quattro ore e mezza per riscrivere il futuro: giornata davvero importante per la Dea
Non era scontato uscire dal confronto tra mister e società con tanta fiducia e condivisione del progetto. Tutti i segnali vanno in quella direzione
di Fabio Gennari
A mente fredda, il pomeriggio di martedì 6 giugno per l'Atalanta potrebbe diventare uno dei momenti di svolta della storia recente dell'Atalanta. Che si andasse avanti con Gasperini era opinione diffusa, qui però siamo di fronte a un prolungamento di contratto che era auspicabile ma difficilmente pronosticabile. Siamo passati dalla necessità di vedersi e capirsi alla voglia di programmare non solo i prossimi mesi, ma pure i prossimi anni.
Gasperini, con l'opzione (per la società) che lo terrà in panchina fino al 30 giugno 2026, potrebbe arrivare a dieci stagioni di fila sulla panchina dell'Atalanta. E averlo definito ieri, in un momento in cui c'erano tante cose su cui confrontarsi e un mercato che dovrà forzatamente cambiare ancora il volto della squadra, ha un significato enorme per le prospettive di crescita e consolidamento che la società nerazzurra vuole portare avanti. Si danno tante volte troppe cose per scontate, poi però bisogna definire e concludere con le firme le scelte importanti.
Tra mercato e strategie, l'Atalanta ha fissato un nuovo punto di partenza. Non sarà tutto rose e fiori, Gasperini continuerà ad essere Gasperini e la società non diventerà improvvisamente qualcosa di diverso. Però c'è spazio per smussare qualche spigolo, c'è una «piena e soddisfacente intesa» che andrà tenuta sempre a mente.
Dopo ogni operazione di mercato, dopo ogni intervista, di fronte a ogni risultato, dovremo ricordarci quelle parole. L'Atalanta esce dalla giornata di ieri come un blocco unico e forte, con un'Europa League da affrontare partendo dalla prima fascia e tante aspettative dei tifosi. C'è ancora tanta strada da fare: percorriamola.