Quei 34 in un Olimpico deserto(li ha benedetti pure il Papa)

Quei 34 in un Olimpico deserto(li ha benedetti pure il Papa)
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Un grande applauso, sentito e doveroso, se lo meritano loro. Parliamo dei 34 temerari che domenica sera sono arrivati all’Olimpico di Roma per seguire Lazio-Atalanta, speravano in un bel risultato ed invece hanno dovuto assistere all’ennesima sconfitta della Dea. Hanno provato a sostenere la squadra nel silenzio dello stadio romano, sono rimasti di stucco quando Klose ha steso Sportiello e compagni con la sua doppietta, e hanno fatto ritorno a Bergamo di primissima mattina. Stanchi e preoccupati ma consapevoli che loro, nel catino capitolino, hanno dato il massimo.

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Lazio-Atalanta, i tifosi dell'Atalanta

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Lazio-Atalanta, tifosi atalantini sugli spalti.

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Lazio-Atalanta, tifosi atalantini sugli spalti.

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Lazio-Atalanta, tifosi atalantini sugli spalti

Qualcuno dal papa, per altri toccata e fuga. La programmazione del match in orario serale ha reso particolarmente difficile l’organizzazione di bus per l’andata e ritorno in giornata. Tutti i presenti si sono arrangiati con mezzi propri e gli unici che sono riusciti a mettere insieme due van per un totale di 14 presenti sono stati “Chei de la Coriera”. Altri tifosi atalantini sono partiti con anticipo da Bergamo, e hanno presenziato in Piazza San Pietro alla benedizione di Papa Francesco, sperando che almeno l'intercessione divina potesse dare la svolta alla squadra orobica.

Il viaggio verso la capitale di chi si è mosso in auto è iniziato domenica mattina di buon’ora. Tra le 8 e le 8.30 i tifosi hanno lasciato Bergamo e buona parte ha optato per una sosta culinaria nel cuore della Toscana. Il pranzo di “Chei de la Coriera” in un agriturismo dalle parti di Arezzo ha rappresentato la vera nota lieta di giornata, e l’arrivo allo Stadio Olimpico verso le 19 si è svolto senza problemi anche grazie alla totale assenza di sostenitori laziali nei paraggi.

Il clima allo stadio: sembrava di stare a teatro. I 34 atalantini presenti nel settore ospiti si sono subito trovati di fronte uno spettacolo desolante. Sugli spalti dell’Olimpico c’erano pochissime migliaia di tifosi capitolini, anche la Curva Nord che negli anni passati era piena di appassionati biancocelesti oggi è un’enorme distesa di seggiolini silenziosi da cui ogni tanto (soprattutto dopo i gol) i pochi presenti insultano senza mezzi termini il presidente Lotito. Le due Tribune, la Monte Mario e la Tevere, non danno mai la spinta ai giocatori in campo, e l’unica vera emozione è arrivata grazie al volo dell’aquila Olimpia che prima del fischio iniziale ha volteggiato sopra il campo lasciando tutti a bocca aperta.

Dal canto loro, i supporters nerazzurri hanno provato a farsi sentire, ma l’andamento del match non ha più di tanto entusiasmato e la sconfitta ha fiaccato la loro voglia di sostenere la squadra. Piccola nota di colore: va bene la sicurezza, va bene il controllo delle operazioni e ottima la decisione di lasciar parcheggiare tutti gli ospiti appena fuori dal settore, ma vedere 30 steward (tra tribuna e campo) per controllare 34 tifosi (senza contare polizia e carabinieri all’esterno dell’impianto) sembra decisamente un grande spreco.

Lazio-Atalanta, tifosi atalantini
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Il saluto di de Roon. Dopo la rete di Klose, l’unico sussulto per la Dea è stato il destro di Cigarini che ha sfiorato il palo di Marchetti. Fino al fischio finale, nonostante 4 attaccanti, l’Atalanta non ha fatto più nulla, e i tifosi nel settore ospiti hanno pure dovuto assistere sbigottiti al clamoroso raddoppio con Felipe Anderson che si è fatto 60 metri in contropiede. Dopo il fischio finale, solo de Roon è andato a salutare gli atalantini insieme al massaggiatore Ginami. Il numero 15 nerazzurro, a capo chino, ha dato il “cinque” ai ragazzi presenti: nonostante sia comprensibile la delusione di tutti è abbastanza incredibile che il suo sia stato un gesto isolato. Che si giochi bene o che si giochi male, che si vinca o che si perda, de Roon ha sempre dichiarato che per lui il saluto è un segno di rispetto per chi comunque decide di esserci. Tra l’altro, i supporters presenti hanno comunque cercato di sostenere il giocatore: non c’era nessuna contestazione e dunque sarebbe stato bello vedere anche altri compagni fare quello che ha fatto il centrocampista olandese.

Il rientro a Bergamo. 22 ore dopo. Lasciato lo stadio Olimpico verso le 23.15, i tifosi bergamaschi sono ripartiti alla volta di Bergamo. Senza grossi problemi di traffico e spinti da qualche buon caffè, il loro viaggio verso Città Alta si è concluso intorno alle 6.30 del mattino, circa 22 ore dopo la partenza. I più fortunati hanno potuto godere di una giornata di riposo, per qualcuno invece la timbratura al lavoro è arrivata poche ore più tardi. Tutti però sono convinti di una cosa: ora non si può più perdere.

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