Questa Dea è una favola: cambiano uomini e qualità ma il gioco resta irresistibile. Per tutti
Anche contro il Bologna si è visto qualcosa che ormai tutti conoscono ma nessuno riesce a contenere: il calcio atalantino è un piacere per tutti
di Fabio Gennari
L'Atalanta di Gasperini è quanto di meno inquadrabile si sia visto nel calcio italiano negli ultimi anni. Parecchi anni. I nerazzurri non hanno parametri con cui possono essere confrontanti, sono un mutante pallonaro che ogni volta presenta un pezzo nuovo, una faccia diversa, qualcosa per cui nonni/e e bambini/e, ragazzi/e e adulti/e di ogni età, si sbucciano le mani. Pure sul divano di casa.
Non c'è un uomo con cui si possa identificare il gioco della Dea. Si diceva che la qualità di Gomez sarebbe stata difficile da sostituire, poi che Ilicic sarebbe dovuto tornare tra i top altrimenti "ciaone" Europa e poi che sul mercato bisognava guardare alla qualità, che è sempre un pezzo forte quando si parla di calcio. Alla fine arrivano Zapata, Muriel e Malinovskyi, ogni tanto Miranchuk regala sprazzi di classe che fanno capire quanto Sartori e compagnia siano capaci di scovar campioni, e allora la sensazione che resta è un po' quella che anima i bimbi con in mano un ovetto Kinder: che sorpresa ci sarà questa volta?
Il merito, facile dirlo, è di quell'uomo in panchina che risponde al nome di Gian Piero Gasperini. Uno che lavora 24 ore al giorno (sì, pure quando dorme) per un calcio sempre migliore. Sempre all'avanguardia. Sempre orientato al gioco, non solo al risultato. Perché così i risultati arrivano, le vittorie si sommano e anche se ogni tanto il passo falso fiacca il morale (vedi Roma) ecco che la squadra riparte, corre, segna e vince. Anzi, stravince.
Questa Atalanta ha tutto: qualità, corsa, ferocia, tecnica e tattica. Pure difetti, certo. Nessuno è perfetto. Ma dentro al pentolone orobico ci sono ingredienti che non trovate al supermercato del calcio, nemmeno se arriva qualcuno che pensa di fare la spesa con soldi non suoi solo perché ha le tasche talmente buche che solo una comunità di ricconi indebitati (vedi la Super Lega) potrebbe salvarlo. No, Bergamo e l'Atalanta hanno il miglior allenatore d'Italia che allena il miglior gruppo d'Italia supportato dalla società migliore d'Italia. Lo dicono i numeri e i fatti, perché l'Atalanta che è vicina ad andare per la terza stagione di fila in Champions è una favola che ogni nonno racconterà con pieno godimento al suo nipotino. Spiegandogli che è tutto vero.