Bianchi una soluzione in più per l'attacco nerazzurro
Rolando Bianchi, numero 9 sulle spalle, ha fatto il suo esordio in maglia nerazzurra. E’ avvenuto a Rovetta, mezz’ora al posto di German Denis nel secondo tempo della sfida amichevole contro il Renate. C’era tanta curiosità sia per vedere all’opera il centravanti appena arrivato dal Bologna sia per sentire l’accoglienza del pubblico. E i primi riscontri sono positivi. Decisamente positivi.
Dal punto di vista tecnico, Rolando Bianchi è una soluzione. Una preziosa soluzione. Il ragazzo cresciuto nel settore giovanile nerazzurro ha dalla sua un fisico imponente, un’esperienza ormai decennale nel calcio che conta e caratteristiche di gioco che nessuno degli altri attaccanti in rosa possiede. Denis manovra e finalizza, ma non ha la potenza di Bianchi. Maxi è un giocare che fraseggia e si muove molto bene tra le linee e Boakye cerca sempre la profondità. Palla a terra o sfruttando il fisico, ma sempre in profondità.
Rolando Bianchi non ha caratteristiche simili a quelle dei compagni. E per questo motivo è una pedina molto preziosa. Nel finale della sfida contro il Renate, è arrivata la fiammata che al meglio fotografa quello che il ragazzo di Albano può dare al gruppo. Punizione di Cigarini, Bianchi ha un difensore aggrappato al collo, ma stacca di testa e trova a centro area la deviazione giusta. Il pallone termina sul palo e torna in campo, non c’è la gioia del gol ma l’esempio è lampante.
Nei finali di gara, nel momento in cui Denis dovrà tirare il fiato e fatica a combattere con gli avversari, Rolando c’è. Quando le maglie delle difese si stringono, soprattutto al Comunale di Bergamo nelle gare contro le pari grado, avere una torre a disposizione che possa catturare palloni alti sia per cercare la porta che per servire i compagni è molto importante. Stefano Colantuono lo sa benissimo e questo è un motivo in più per essere felici dell’arrivo di Bianchi. Giocatore che, tra l’altro, ha accettato una sensibile riduzione dell’ingaggio e, secondo Giovanni Sartori (responsabile dell’area tecnica), ha voluto fortemente l’Atalanta. «L’avrebbe aspettata fino al 1 settembre» ha dichiarato l’ex ds del Chievo in mattinata.
Il pubblico a Rovetta era presente in massa. Almeno 800 persone, tribuna del Marinoni stracolma. C’erano tifosi moderati, c’erano gli ultras. Al momento dell’ingresso in campo non si sono sentiti fischi, ma applausi. Dopo le prime giocate, i primi movimenti e le prime battaglie con gli avversari sono arrivati altri cenni d’approvazione. Quando è stato colpito il palo, ancora applausi.
Sappiamo tutti che il giorno della presentazione Rolando Bianchi dovrà probabilmente chiarire qualche episodio del passato, si parla di alcune esultanze sia in maglia granata che in maglia rossoblù e, in attesa delle dichiarazioni del giocatore, è giusto registrare un atteggiamento molto disponibile da parte dell’ambiente. Perché il tifoso vero dice: quello che è successo conta poco, adesso Bianchi indossa la maglia dell’Atalanta e a lui come a tutti si chiede di sudarla, di dare tutto e di uscire dal campo senza aver lesinato impegno e voglia.
Adesso serve tempo. Ci vogliono partite e occasioni per dimostrare che la voglia di tornare a Bergamo è reale. E i primi 30 minuti sono un ottimo auspicio, adesso tocca a Rolando Bianchi far vedere sul campo che il suo ritorno all’Atalanta è una splendida soluzione. Non un problema.