Sead Kolasinac, atalantino da pochi mesi che sembra in maglia nerazzurra da diversi anni

di Fabio Gennari

Sull’aereo verso Bergamo, di ritorno da Lisbona, uno dei tanti tifosi presenti chiedeva a gran voce: «Ma Kolasinac? Se ne parla troppo poco ma è davvero un grandissimo acquisto». Difficile dare torto a lui e a tutti quelli che guardano le partite dallo stadio. Perché è da lì, più che dalla televisione, che si apprezzano le sfumature di un ragazzo classe 1993 che sembra nella rosa, nei meccanismi, dentro la maglia nerazzurra da anni. Non da poco meno di 3 mesi.

La dote più importante che finora ha messo in mostra è l’intelligenza tattica. Sul piano fisico la sua tenuta è da applausi, ciò che lo rende decisivo è la capacità di leggere in anticipo le situazioni e sfruttare esperienza e mestiere per “rubare” all’avversario quella frazione di secondo che diventa spesso decisiva. Contro gli attaccanti dello Sporting, tutti o quasi più rapidi di lui, il numero 23 dei nerazzurri non è mai andato in affanno e nelle due occasioni in cui Edwards (parata di Musso) e Catamo (palo) hanno tagliato in profondità per cercare il 2-2 c’era lui come ultimo baluardo. Perché se anche non si arriva a chiudere, è fondamentale non mollare.

Gasperini ha già speso per lui parole molto importanti, il rendimento è sotto gli occhi di tutti e anche domenica contro la Lazio ci sono ottime possibilità che da braccetto di difesa, nella zona mancina, ci sarà lui a battagliare contro gli avanti della formazione biancoceleste. Arriveranno magari anche momenti complicati, è nella logica delle cose. Ma se l’approccio è quello che abbiamo visto in queste prime 9 gare ufficiali c’è davvero da essere molto fiduciosi. Per il presente e per il futuro.