Severissima lezione dei Reds, ma c’è solo da imparare. E in Champions nulla è perduto
di Xavier Jacobelli
È severissima la lezione di calcio che il Liverpool ha impartito all’Atalanta. Severissima e implacabile, degna di una delle squadre più forti del mondo che a Bergamo ha disputato la migliore prova dall’inizio della stagione, sciorinando un gioco spettacolare, all’altezza della fama dei Reds. Per contro, la Dea si è schiantata nella sua serata peggiore, subendo una sconfitta dalla quale c’è solo da imparare, fermo restando che nel gruppo D nulla è perduto. Anche un anno fa la Dea incassò cinque gol dal City, ma aveva zero punti dopo tre partite: oggi ne ha quattro.
È vero: de Roon e Gosens sono risultati due assenti insostituibili, con Mojica che ha vissuto una serata infernale e Hateboer palesemente in condizioni precarie. Ma quando perdi 5-0 in questo modo, non ci sono attenuanti. Onore a Sportiello, che con tre miracolosi interventi ha limitato il passivo, e a Zapata, quattro volte sfortunato: la prima quando è stato fermato dalla combinazione traversa-palo della porta inglese, la seconda e la terza quando Alisson si è confermato uno dei più grandi portieri in circolazione e la quarta quando il fuorigioco gli ha negato il gol della bandiera.
Klopp ha oliato un meccanismo che rasenta la perfezione, sublimato dalla grandezza dei suoi interpreti: a cominciare da Diogo Jota che si è portato a Liverpool il pallone della sua tripletta, per non dire di Salah, Mané e di Alexander-Arnold, citando solo i migliori. Adesso, l’importante è uscire subito dallo stato di choc provocato dal Ciclone Reds, ricordando che qui siamo in Champions League, il più importante torneo del mondo a livello di club; che l’Atalanta vi partecipa per la seconda stagione consecutiva, dopo essere arrivata ai quarti di finale nella prima, unica italiana capace di tanto; che il Liverpool con il Bayern è uno dei maggiori candidati alla vittoria finale; che siamo soltanto a metà del cammino nel girone. Riecheggiano le parole di Antonio Percassi, pronunciate in calce ai sorteggi: «Torniamo in Champions per continuare a imparare».
Ora, Atalanta, testa bassa e pedalare. Sapendo che non sarai mai sola.