Sosta forzata

Sosta, un bene o un male quando ci arrivi senza vincere? Difficile vedere i vantaggi…

Tanti giocatori in giro per il mondo e poco tempo per lavorare assieme: era meglio giocare subito, ma tocca attendere la prossima settimana

Sosta, un bene o un male quando ci arrivi senza vincere? Difficile vedere i vantaggi…

di Fabio Gennari

La sosta per le Nazionali a inizio stagione coincide sempre con due momenti molto particolari: lo stop delle partite quando hai appena cominciato e la fine del mercato. Se per le trattative c’è poco da fare – ne abbiamo già parlato -, le partite che si fermano dopo essere appena incominciate sono un tema che merita attenzione, perché risultati e prestazioni incidono in modo pesante sulla percezione del momento di una squadra. Soprattutto se c’è una nuova guida tecnica.

L’Atalanta ha pareggiato con il Pisa e con il Parma due partite diverse tra loro. Se con i toscani il secondo tempo aveva dato fiducia, nella gara del Tardini c’è poco da salvare.

Guardare al passato serve a poco, il punto conquistato ha permesso di tornare a Bergamo almeno con qualcosa in mano, ma del gioco, dell’intensità e della manovra proposta c’è pochissimo da salvare. Paradossalmente, la gara di Parma può anche essere un esempio di quello che non si deve proporre ed è su questo che Juric avrà modo di lavorare.

Il paradosso è che, dalla ripresa di domenica 14 settembre con il Lecce, ci saranno una serie di partite molto importanti in soli 21 giorni: tra il 14 settembre e il 4 ottobre la Dea giocherà contro i salentini, il Torino, la Juventus e il Como, oltre che in Champions League contro Paris Saint-Germain (17 settembre) e Club Brugge (30 settembre). Sono sei partite di grande importanza per le classifiche e il morale di tutti, fondamentale non fallirle e mostrare un’inversione netta di tendenza rispetto alle prime uscite della stagione.