Stadio: tutto quel che serve per renderlo funzionale
Dopo le dichiarazioni del presidente Antonio Percassi arrivate nella serata di lunedì 8 settembre, anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha preso posizione confermando che l’ipotesi di ristrutturazione del Comunale è quella preferita da Palazzo Frizzoni. In attesa della presentazione del progetto che Atalanta ha praticamente pronto, alcune domande sorgono spontanee: cosa va cambiato? Quali sono gli interventi necessari per le normative Uefa e quali invece le migliorie che possono trasformare il vecchio impianto in uno stadio comodo e funzionale che viva sette giorni su sette?
Gli obblighi Uefa.
Iniziamo dalle indicazioni che, da regolamento, sono necessarie per ottenere la certificazione Uefa. Il documento è obbligatorio per poter disputare le gare europee in casa a Bergamo senza dover traslocare in altre sedi.
Il documento ufficiale di riferimento si chiama “UEFA Stadium Infrastructure Regulations” - Edition 2010. A livello nazionale, la circolare si chiama “Manuale delle licenze UEFA – Edizione 2012”, qui ci sono riportati tutti i dettagli necessari, ma è molto importante questo passaggio: “La presente appendice contiene i requisiti infrastrutturali minimi che devono essere rispettati, in aggiunta a quanto previsto dal ”UEFA Stadium Infrastructure Regulations” (Edition 2010), ai fini del rilascio della Licenza. In caso di contrasto tra il contenuto di questa appendice ed il regolamento ”UEFA Stadium Infrastructure Regulations” (Edition 2010) prevale tale ultimo regolamento”. Quindi vale il documento UEFA del 2010.
La UEFA stabilisce quattro categorie di stadi, la prima e la seconda categoria sono quelle che abilitano gli impianti ad ospitare manifestazioni di alto livello come Mondiali, Europei e finali di Coppa. Per l’Atalanta, i punti più significativi sono:
- Per il turno preliminare e i play-off serve uno stadio di categoria 3 (si tratta dei due turni che si giocano a luglio e agosto, quelli che coinvolgerebbero l’Atalanta in caso di arrivo al sesto posto)
- Per le partite dei gironi (quelli che iniziano normalmente nel mese di settembre) fino alle semifinali serve uno stadio di categoria 4
Iniziamo a ragionare sullo specchietto riepilogativo che Wikipedia ci propone (lo abbiamo controllato, è in linea con i documenti ufficiali).
Una serie di parametri sono legati a spogliatoi, area Vip, parcheggi interni, stampa etc. Si tratta di opere importanti che sono tanto invisibili quanto risolvibili senza interventi complessi, ci sono invece almeno tre dettagli determinanti (due riportati nella griglia e uno scritto solo nel documento UEFA) da valutare molto attentamente.
Punto primo, i seggiolini. Servono posti a sedere con seggiolini alti almeno 30cm come quelli presenti in Tribuna Centrale. Il numero è variabile, ma un intervento radicale di ristrutturazione prevede la stessa tipologia di sedute sia nelle curve che nelle tribune. Tutti a norma.
Punto secondo, il campo. Oggi il terreno del Comunale misura 105 metri in lunghezza per 67 metri di larghezza. Ed è proprio in larghezza il problema: manca 1 metro per raggiungere la quota minima imposta dall’UEFA. Quindi serve uno scavo con relativa aggiunta di un metro di campo sotto una delle due tribune.
Punto terzo, il parterre. Un altro fattore molto importante è rappresentato dalla distanza delle panchine dal terreno di gioco. La normativa impone almeno 5 metri dalla riga laterale più 5 metri a destra e a sinistra dalla linea di centrocampo. Misure alla mano, il parterre della Tribuna Centrale sarebbe da rivedere completamente. E non è escluso che venga ragionato solo per i disabili che devono avere posizioni al coperto.
Questi sono dunque gli obblighi UEFA riportati nel regolamento vigente. Non è escluso che vengano fatte ulteriori modifiche, la versione del 2010 era stata precedentemente redatta nel 2006 e, quindi, qualcosa può cambiare.
Le migliorie.
Dopo aver analizzato quello che serve, proviamo a ragionare su ciò che migliorerebbe e non poco il comfort degli spettatori e che permetterebbe di ottimizzare gli spazi. La prima indicazione riguarda la struttura delle due Curve. Oggi la Pisani e la Morosini sono semicircolari e hanno un piazzale davanti che le divide dal terreno di gioco.
L’abbattimento e la ricostruzione ideale dovrebbero regalare al pubblico settori lineari con la possibilità di essere praticamente attaccati al campo. Senza barriere. Provate ad immaginare il muro nerazzurro dietro la porta, impatto visivo e sonoro sarebbero splendidi. La soluzione è già molto diffusa in Italia, tra gli impianti di serie A solo quelli di Bergamo, Verona, Firenze, Roma, Napoli e Torino (Olimpico) mantengono la vecchia impostazione “curva” mentre tutti quelli ristrutturati o costruiti piazzano il tifoso molto vicino al campo.
La scelta permetterebbe poi di recuperare molto spazio alle spalle dei settori, qui si potrebbe giocare con le volumetrie per realizzare servizi e aree di accesso comode e funzionali. Dai tornelli ai bar passando per il prefiltraggio e i botteghini.
Si è parlato di copertura a 360 gradi di tutti i settori. Anche da questo punto di vista, il cambio di vita per il tifoso sarebbe decisamente apprezzato. Il risultato sarebbe doppio: basta acqua e neve sulla testa e un impatto canoro ancora più forte per aiutare la squadra grazie all’effetto “rimbombo” che si verrebbe a creare. Un altro aspetto da valutare per aumentare i comfort di chi viene allo stadio è quello della ristorazione. Dentro allo stadio di Bergamo sono pochi i punti ristoro, aumentando e ripensando tutte queste aree si potrebbe veramente creare qualcosa di interessante sia per l’evento domenicale che per tutta la settimana.
In attesa di scoprire se sono state pensati ulteriori servizi, l’unico problema che probabilmente resta difficilmente risolvibile è quello dei parcheggi. La zona dello stadio non è ben servita, la ZTL introdotta da Atalanta e la presenza dei bus gratuiti ATB per gli abbonati rappresenta qualcosa di importante, ma per le zone ai margini della ZTL oggi ci sono pochissime soluzioni. Un intervento importante si potrebbe pensare nelle aree della Ex Reggiani, qualcosa bisognerà inventarsi perché è vero che in tante città europee gli stadi sono ben integrati nel tessuto urbano, ma è altrettanto vero che ci sono servizi come la metropolitana o i mezzi pubblici che sono decisamente più efficienti dei nostri.