Stasera abbiamo capito che l'Atalanta andrà agli ottavi. Onore a questa irriducibile Dea
di Xavier Jacobelli
Potrà sembrarvi un’affermazione paradossale, in calce a una partita dominata nei primi 45’ segnando due gol di pregevole fattura, ammutolendo l’Old Trafford, ma alla fine persa per 3-2 dopo avere subito la rimonta United, firmata Ronaldo (e da chi sennò?). Eppure, proprio stasera, proprio dopo avere sfiorato un’impresa che sarebbe stata memorabile, abbiamo capito che l’Atalanta potrà entrare nei ottavi di finale. Anche a Manchester la squadra ha dimostrato di meritare un posto fra le migliori sedici d’Europa. E non solo perché lo dice la classifica del Girone F, dove tutto può succedere.
Non deve deprimere la sconfitta inglese, maturata pur giocando senza Gosens, Hateboer, Djimsiti, Pessina, Toloi e perdendo anche Demiral in corso d’opera dopo lo splendido suo primo gol in Champions League, che l’ha visto esultare zoppicando. Per non dire del ventunenne Lovato, debuttante assoluto nel più importante torneo continentale avendo avuto nelle gambe soltanto 29’ di campionato. Sia fiera di ciò che ha fatto a Manchester, l’Atalanta che, quando vinceva 2-1, ha avuto due occasioni di fila per portarsi sul 3-1, prima con Zapata e poi con Malinovskyi, ma De Gea ha detto due volte no.
Ci sta, ci può stare perdere così: stavolta la panchina lunga l’aveva Solskjaer: i suoi cambi hanno fatto la differenza. Tuttavia, Gasperini non ha nulla da rimproverarsi e nemmeno il gigantesco Palomino: se è vero che Ronaldo l’ha bruciato con il suo colpo di testa, è altrettanto vero che l’argentino era rimasto l’ultimo dei titolari in una difesa rabberciata e prodigiosamente protetta da quel grande portiere che risponde al nome di Musso.
Sino all’ultimo, l’Atalanta si è battuta ed è questo spirito irriducibile la migliore garanzia per la rivincita del 2 novembre, al Gewiss Stadium che sarà una bolgia. L’hanno fatto chiaramente capire i 600, strepitosi bergamaschi che nel primo tempo hanno addirittura zittito i 70 mila dell’Old Trafford.
Onore a loro e a questa EuroDea. La corsa agli ottavi comincia adesso.