Willy: «In casa diamo di più Grazie ai 15mila che c'erano»

Willy: «In casa diamo di più Grazie ai 15mila che c'erano»
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Guglielmo Stendardo si presenta in sala stampa con il sorriso. Il difensore napoletano, mercoledì sera è stato il migliore in campo, e la soddisfazione trapela ancora sul suo volto. Da giocatore esperto qual è, il numero 2 di Edy Reja non perde mai la bussola e mette subito nel mirino il prossimo impegno.

Bologna peggior avversario possibile. «Il Bologna è il peggior avversario che ci potesse capitare. Per come vedo io il calcio, dobbiamo già mettere la gara con la Lazio alle spalle e pensare solo alla sfida del Dall’Ara. Dobbiamo dare continuità alle nostre prestazioni, cercare di andare in campo sempre con il piglio giusto e non ripetere gli errori di Torino: contro la Juventus siamo stati timidi, non eravamo la solita Atalanta».  Le parole di Stendardo sono forti e chiare, la classifica è stupenda ma in questo momento è fondamentale restare concentrati e cercare di fare punti ovunque. «Nelle prossime due trasferte vorrei fare il massimo, non faccio tabelle. Pensiamo ad una gara per volta, ragioniamo prima di tutto sui punti che servono per la matematica salvezza e poi vediamo come siamo messi. A Natale, forse, è tropo presto perché nulla sarà ancora deciso. Andiamo avanti e proviamoci sempre: vorrei vedere un’Atalanta costantemente nella parte sinistra della classifica».

 

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Con la Lazio una serata magica. Pur guardando avanti, è impossibile non tornare sulla prova della Dea contro la Lazio. «Siamo stati bravi e fortunati, il vantaggio della Lazio è arrivato su un calcio di punizione che non c’era, ma noi abbiamo continuato a fare la nostra partita. Nell’intervallo il mister ha detto che stavamo facendo bene, sapeva che la Lazio sarebbe calata e poi ha scelto di cambiare modulo per mettere in difficoltà Onazi e Biglia che erano ammoniti. Nella ripresa per intensità e voglia siamo stati superiori e alla lunga abbiamo meritato». Grande prestazione della Dea, super prova anche per Stendardo. «Vi ringrazio dei complimenti, sono contento della mia prova. Guardo soprattutto alla fase difensiva, è quello che il difensore deve fare. Il nuovo modo di giocare ci fa tenere la linea sempre più alta e questo in alcuni frangenti è un vantaggio. Dal punto di vista globale, comunque, lasciatemi spendere alcune parole per compagni come Raimondi, D’Alessandro e Cherubin. Ragazzi che hanno risposto presente e che si fanno sempre trovare pronti. Come Migliaccio, come tanti altri che erano in panchina. Lo spirito e la forza di questo gruppo sono davvero molto importanti. Certo, quando poi Gomez segna un gol così è tutto più bello».

 

ALBERTO MARIANI-PEGASO NEWSPORT ATALANTA - LAZIO SERIE A TIM 2015-2016

 

Il suo ruolo nella Dea. Rispetto al passato, Stendardo è uscito dalle gerarchie dei titolari. Il difensore partenopeo però non fa drammi e vive la situazione con maturità. «Sono partiti Biava e Benalouane ed era normale prendere altri elementi. Posso anche non essere d’accordo con le scelte ma sono un professionista e cerco di rispettarle. Sempre. Va detto che la forza di questa squadra è proprio nelle alternative, ci sono tanti giocatori bravi e bisogna accettare la situazione per il bene comune». Ma quest'estate Guglielmo Stendardo avrebbe potuto andare via da Bergamo? «Ho un contratto di altri due anni con l'Atalanta, c'è stato un periodo di calciomercato in cui ci possono essere state delle richieste ma la società mi ha sempre assicurato la massima stima. Questo per me è stato importante. Per potere fare un campionato di un certo livello devi avere quattro difensori centrali titolari».

Il fortino del Comunale. Con 4 vittorie e 1 pareggio contro il Verona, l’Atalanta sta costruendo le sue fortune tra le mura amiche. E contro la Lazio, la spinta dello stadio, è stata fortissima. «Voglio ringraziare, sentitamente, i quindicimila che hanno assistito alla gara sotto una pioggia incessante perchè non hanno mai fatto mancare il loro sostegno. Soprattutto nei momenti difficili, come nel primo tempo. In casa riusciamo a dare qualcosa in più grazie al nostro pubblico. Non lo dico per retorica, quando giochiamo a Bergamo l'atteggiamento è diverso, più propositivo, lo dimostra il secondo tempo contro la Lazio. La grinta, la determinazione nel secondo gol. Ci poteva stare bene il pareggio, ma abbiamo cercato di vincere e lo abbiamo fatto anche grazie alla spinta dello stadio. I tifosi sognano? È giusto che lo facciano, bisogna guardare con ottimismo al futuro. Ma noi, in campo, dobbiamo stare coi piedi per terra, nonostante i valori tecnici e morali che questa squadra indubbiamente possiede».

 

Un altro dei protagonisti del successo sulla Lazio è stato Cristian Raimondi: entrato nel secondo tempo, si è piazzato esterno destro del 4-4-2. Poi è passato terzino sinistro quando si è fatto male Dramé e nel finale ha agito da interno del centrocampo a 3 dopo l’ingresso di Cherubin. Praticamente, un jolly buono per ogni reparto, uno di quegli elementi che impreziosisce l’argenteria orobica perché ci mette lo spirito del guerriero bergamasco anche se gioca un tempo ogni 6-7 partite. Dopo la vittoria si è presentato in sala stampa a mezze maniche, ha cercato di mantenere l’aplomb necessario, ma i suoi occhi erano ancora raggianti. L’Atalanta può sognare? I tifosi devono farlo ma chi va in campo deve tenere i piedi per terra: questo è il messaggio di CR77.

Cristian Raimondi, avete ribaltato la partita con cuore e grinta. Da Atalanta.

Nel secondo tempo siamo riusciti a ribaltare una partita tutt’altro che semplice, contro un avversario di grande livello come la Lazio. Ci abbiamo messo voglia e determinazione, a volte quando ci credi davvero riesci a conquistare successi che ti sembrano difficili, complicatissimi. Sono tre punti molto importanti, carichi d’emozione.

 

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Sei entrato in campo molto bene, hai dato la scossa e pure giocato in tre ruoli diversi.

Forse è il mio destino, forse sarà così fino a quando smetterò di giocare. Per me il calcio significa tante cose ma credo che sia soprattutto voglia, sentimento e grinta. Come sempre, come ogni anno cerco di farmi trovare pronto: non è facile giocare una volta ogni tanto eppure ci provo con tutto me stesso. E poi, lasciatemelo dire, con un tempo così, nel tuo stadio e contro un’avversaria di valore come la Lazio tutto viene amplificato. Prima vai sotto e poi la ribalti. Sono sensazioni che auguro a qualsiasi uomo e a qualsiasi ragazzino che sogna di giocare a calcio.

Dicci la verità: volevi mangiare l’erba.

Il campo mi manca un sacco, non mi nascondo. È logico che vorrei giocare di più ma devo dare una mano, nei ritagli di partita cerco di farmi trovare pronto e di dare tutto. È la voglia che ti permette di fare tutto questo. Come credo che sia la voglia di vincere che ti permette di fare certe vittorie: lo spirito di sacrificio è fondamentale, noi abbiamo dimostrato di poter vincere una gara che sembrava prima segnata e poi magari incanalata verso un pareggio.

L’Atalanta ha dimostrato di avere gli attributi: avete vinto con un contropiede da manuale e il Papu ha scelti di insaccarla proprio a fil di palo.

Credo che abbiamo fatto davvero una bella azione. Lui è stato bravissimo a metterla all’incrocio dei pali, ho seguito la palla con gli occhi e c’è stata una frazione di secondo dove ho temuto andasse alta. Guardavo il pallone e cercavo di abbassarlo con gli occhi. Scherzi a parte, si è insaccata proprio all’angolino e quel momento in cui vedi la rete bagnata che si gonfia si provano emozioni che non si possono descrivere. Una gioia totale, immensa.

 

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Sincero: guardi il +11 sul Bologna terz’ultimo o il -1 dalle posizioni che valgono l’Europa?

Sarei bugiardo a dire che non guardo le squadre che ci precedono. Sento dire, a volte, che dobbiamo pensare solo a chi ci segue ma non la penso così. Non dobbiamo perdere la misura, dobbiamo tenere i piedi per terra e pensare a raggiungere prima di tutto la salvezza. I tifosi è giusto che volino alti con l’entusiasmo, devono sognare. Mentre vi parlo penso ad arrivare alla garanzia di restare in Serie A, però lì sotto scorgo un foglio dove c’è scritto Atalanta 17 punti. Beh, è proprio un bel vedere.

Alla fine hai avuto paura che potessero riprendervi?

Dopo la botta morale che abbiamo preso con il gol del Verona al 97esimo io non mi sentivo tranquillo fino al fischio finale. Dovevamo rimanere concentrati. Nel calcio funziona così, bisogna sfruttare le occasioni: siamo una buona squadra, ma l’Atalanta non può creare 30 palle gol ogni volta. Siamo stati bravi, abbiamo rischiato molto poco e la vittoria si è materializzata.

Adesso si va a Bologna, squadra che ha appena cambiato tecnico.

Sarà certamente una difficoltà in più per noi. Sicuramente il Bologna vorrà reagire, il nuovo mister porta sempre una ventata di nuove motivazioni, per tutti. Lo dico fin da adesso: sarà durissima, piedi piantati per terra e testa alla gara di domenica.

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