Lungo la strada verso l’Europa abbiamo (ri)trovato Zapata

Lungo la strada verso l’Europa abbiamo (ri)trovato Zapata
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Il primo gol di Duvan Zapata con l’Atalanta in Serie A rimette prepotentemente al centro del discorso il numero 91 nato a Calì. Arrivato dalla Sampdoria, Zapata finora ha segnato tre reti con la maglia nerazzurra, ma quello del Dall’Ara è il primo in campionato. Perché ci ha messo così tanto? Perché bisogna avere grande fiducia in lui? Perché, se Gasperini trova la quadratura del cerchio, l’Atalanta può essere devastante? Tre domande, tre risposte che secondo noi nascondono qualcosa di molto importante: il sogno europeo.

 

 

Perché ci ha messo così tanto. Una squadra di calcio non è un meccanismo perfetto. Può diventarlo, ma è sempre soggetta a cali di rendimento. Soprattutto se l’allenatore è uno come Gasperini, uomo che insegna calcio e che pretende tantissimo dai suoi giocatori, serve tempo per inserirsi in un contesto nuovo e Zapata ha tardato così tanto a segnare il suo primo gol in campionato probabilmente perché in questi mesi ha più pensato a imparare come muoversi piuttosto che a fare gol. Se vieni inserito in un contesto che è abituato a Petagna e tu sei Zapata, è normale che fatichi a trovare distanze e automatismi. E pure quando giochi bene, se il gol non arriva la critica ti punta i fari contro e diventa un bel casino. La rete di Bologna è da rapinatore d’area, quel pallone colpito male da Mbaye aveva appena toccato terra e l’istinto del killer ha colpito. Per intenderci: nel primo tempo Gomez ha messo Barrow solo davanti al portiere e il ragazzo si è perso. Zapata invece no e il gol lo ripaga di tanti sforzi fatti per imparare il gioco del Gasp.

Perché bisogna avere fiducia in lui. Chi ha masticato un po’ di calcio a buoni livelli è convinto che un giocatore non può disimparare a giocare. Può esserci un periodo di appannamento, può servire tempo, ma le tue caratteristiche prima o poi emergono. Zapata ha forza fisica, fiuto del gol, cerca la profondità e vede la porta. Lo dice la sua storia. Relativamente giovane (ha 27 anni), il centravanti nerazzurro ha una grande occasione: se trova al più presto il modo di bilanciare le richieste del Gasp con quello che gli viene istintivo, l’Atalanta farà bingo. La fiducia va concessa a prescindere, perché parliamo di un giocatore che anche prima di Bologna aveva fatto vedere sprazzi di grande calcio. A Roma, a Milano, ma anche in casa con la Sampdoria, il ragazzo ha giocato bene e se contro squadre chiuse e arroccate in difesa per lui diventa più complicato muoversi vista la mole, appena riesce a mettere in campo tutta la potenza che ha in corpo diventa quasi immarcabile. Ha voglia, spirito di sacrificio e buoni fondamentali. Aspettiamolo e sosteniamolo, passano da lui gran parte delle speranze di gol dell’attacco orobico.

 

 

Perché l'Atalanta può diventare devastante. Il grande vantaggio di Zapata, in questo momento della stagione, è legato al cambio di modulo del Gasp. In attacco, con Ilicic e Gomez che giocano in quelle posizioni, il ragazzo può avere molti più palloni giocabili sia in verticale che dalle fasce quando lo scarico arriva a Gosens o Hateboer. L’Atalanta gioca bene a prescindere dal centravanti, quindi adesso serve in quel ruolo uno capace di concludere e puntare la porta. Esattamente quello per cui è stato preso Zapata. In casa, contro le big che arriveranno a Bergamo prima della fine del girone di andata (Inter, Napoli, Lazio e Juventus), i nerazzurri non possono pensare di attaccare a ripetizione come fatto contro le piccole che si sono viste finora dalle parti dell’ex Comunale. Quindi ci saranno più spazi e servirà maggiore cattiveria negli ultimi sedici metri. Praticamente il pane quotidiano del ragazzone di Calì. E allora avanti con gli allenamenti e aspettiamo la prossima sfida. Chissà che domenica non arrivi anche il primo gol casalingo.

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