Tetto ingaggi e rose ingolfate: perché darsi un limite (come l'Atalanta) è una scelta saggia
I giocatori puntano a guadagnare sempre di più, ma accettare queste pretese è un boomerang: meglio non esagerare e avere le mani libere
di Fabio Gennari
C'è un "dettaglio" che in tempi di mercato come questi spesso viene ignorato dalla maggior parte degli appassionati e che invece, nella costruzione di un gruppo, è fondamentale: gli ingaggi dei calciatori. Per chiudere una trattativa ci sono sempre tre parti da accontentare: chi vende, chi compra e chi gioca. In aggiunta, chi scende in campo ha sempre anche intermediari e procuratori da accontentare e non sono mai cifre irrisorie: per il trasferimento di Dybala alla Roma, ad esempio, l'agente si dice abbia intascato di commissioni per 4 milioni di euro.
L'Atalanta ha un tetto ingaggi di poco superiore ai 2 milioni, con Gasperini unica eccezione (ampiamente giustificata dai risultati). Quel tetto lo raggiunge Zapata dopo l'ultimo rinnovo. Ilicic sfiora quella cifra e infatti in questo momento anche quello è un ostacolo per la soluzione della sua situazione contrattuale. I giocatori forti e decisivi è giusto che guadagnino di più, ma ci sono limiti di gestione che è bene tenere a mente per non mandare in difficoltà né i conti del club né, soprattutto, il mercato.
Ci sono un sacco di esempi di società che sono bloccate nelle cessioni dei propri giocatori (anche non di primissimo livello) proprio perché nessuno si accolla l'ingaggio. Dzeko e Sanchez dell'Inter guadagnano complessivamente oltre 14 milioni di euro netti a stagione, Vidal ha appena rescisso ma anche lui aveva un grande stipendio, a Roma la lista degli esuberi è lunga, con El Shaarawy che guadagna 3,5 milioni all'anno e alla Juve c'è il caso di Ramsey, che ha un ingaggio da 7 milioni di euro netti a stagione.
Spesso si tratta di elementi che vengono acquistati su indicazione dell'allenatore del momento e che poi restano in gruppo anche dopo il cambio in panchina (Conte all'Inter è l'ultimo esempio), ma alla fine rappresentano un problema da risolvere sia per le liste che per gli equilibri di spogliatoio. Già, perché il giocatore forte il gruppo lo accetta, ma i problemi sono sempre dietro l'angolo. L'Atalanta in questi anni ha dimostrato che si può fare qualcosa di grande senza spendere una follia per gli ingaggi: aumentare un po' si può sempre fare, ma serve trovare giocatori importanti.