Tifosi e società penalizzati Quattro puntini sulle i

Tifosi e società penalizzati Quattro puntini sulle i
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È stata un’altra domenica molto difficile per i tifosi dell’Atalanta. Tra divieti di accesso e inviti alle società affiliate al CSI subito polverizzati, multe, striscioni esposti in Viale Giulio Cesare e la sconfitta patita dalla Dea contro l’Inter, il livello di arrabbiatura degli appassionati è arrivato ai massimi livelli. Lunedì, il giudice sportivo, ha confermato con tre squalifiche quello che ci si aspettava, ma c’è pure una bella multa per Cigarini che dovrà pagare 5mila euro per una battuta fatta all’arbitro Banti dopo il fischio finale.

Stadio chiuso, incasso limitato. Nei giorni immediatamente precedenti la partita, la decisione del Prefetto di Bergamo Francesca Ferrandino aveva scatenato tante polemiche. Un comunicato emesso giovedì pomeriggio dopo le 16.30 aveva aperto le porte dello stadio ai bergamaschi senza tessera nelle due tribune e a tutti i possessori di dea Card nel resto dello stadio. I voucher sono rimasti sospesi e i circa 500 possessori non potevano nemmeno acquistare il tagliando di una altro settore in quanto il titolo di accesso è personale.

A conti fatti, Atalanta–Inter ha registrato 3.087 spettatori paganti per un incasso al botteghino di 32.916 euro. Nell’impianto di Viale Giulio Cesare sono entrati numerosi interisti che per ben quattro volte si sono visti esultare sia in Tribuna che in Creberg. Tifosi che dal punto di vista economico non rappresentano di certo una risorsa per l’Atalanta. Il vantaggio per la società nerazzurra è stato dunque decisamente limitato e basta fare due esempi per capire come abbia pesato molto di più l’assenza di chi si spella le mani (quei 500 con il voucher sono il cuore pulsante del tifo) rispetto all’incasso: con 32.916 euro l’Atalanta paga circa 10 giorni di stipendio mensile a Denis, 20 giorni di stipendio a Cigarini e Carmona e circa un mese intero a Benalouane.

Questi numeri sono importanti per capire il reale impatto della decisione di apertura parziale del Prefetto, se aggiungiamo che alcune fonti parlano di sole 140 tessere del tifoso Dea Card sottoscritte da quando il divieto di ingresso è stato istituito (circa 3 mesi) è chiaro come l’Atalanta sta subendo un danno molto più rilevante di qualsiasi “mezzo” beneficio economico.

Ambiente ovattato, rabbia pesante. Dentro lo stadio, ancora una volta, sembrava di stare a teatro. Il sostegno del pubblico non è stato costante, solo in occasione delle azioni di attacco si sono uditi distintamente dei boati di sostegno, ma per lunghi tratti gli unici cori che sono rimbalzati sono stati quelli lanciati da chi allo stadio non è entrato.

Per la verità alcune decisioni del direttore di gara Banti hanno infiammato i tifosi, la cui conduzione di gara ha lasciato qualche strascico nervoso (un’ammonizione non data a Medel e una punizione fatta battere con palla in movimento sono dettagli da rimarcare), ma quello che fa più rumore sono le richieste che arrivano per il presidente Antonio Percassi ad alzare la voce. Sabato mattina i cori dei tifosi si sono sentiti distintamente, domenica dopo la partita il pensiero ha trovato sfogo sui social e tra i commenti.

La società in settimana ha preso la parola per bocca del direttore generale PierPaolo Marino, le sue parole sono state molto chiare e hanno toccato sia l’argomento arbitri che quello relativo al divieto di accesso. Soprattutto per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, la società può fare veramente poco: se un’istituzione prende una decisione, Percassi e l’Atalanta possono solo accettarla. Magari non sono d’accordo, ma c'è poco da fare.

I bambini del CSI e quelli rimasti fuori. Fin dalla serata di domenica, sui social è circolata una voce secondo la quale sarebbe sorto un mezzo pasticcio tra l'Atalanta e le società affiliate al CSI: qualcuno ha parlato di un invito arrivato e poi ritirato per accedere allo stadio di Bergamo proprio in occasione della sfida contro i milanesi. La realtà, però, è ben diversa da come alcune polemiche l’hanno dipinta.

«Abbiamo mandato un avviso a tutte le società giovedì nel tardo pomeriggio non appena è arrivata la decisione del Prefetto – spiega il presidente del CSI Vittorio Bosio – nel tentativo di coinvolgere più bambini possibile e mandarli allo stadio ospiti dell’Atalanta. Contro il Cagliari o in altre partite, la risposta delle nostre società era stata molto fredda, addirittura con solo una società presente contro i sardi. Abbiamo pensato che fosse già tardi ed invece nel giro di 20 minuti abbiamo polverizzato la disponibilità di biglietti che era per 500 ragazzi e accompagnatori. Non capisco chi si lamenta, in tante altre occasioni non siamo nemmeno riusciti a finire gli ingressi a disposizione e stavolta sembra quasi fossero tutti interisti: spero di avere una risposta così bella e piena di entusiasmo anche nelle prossime partite contro la Sampdoria o l’Udinese».

L’Atalanta contro l’Inter ha riservato 1100 biglietti omaggio del settore parterre Creberg al CSI e ad altre realtà collegate allo sport dei ragazzi. Inizialmente si era anche pensato di aprire il settore ospiti, ma alla fine è stato deciso di confermare l’accesso al solo settore di parterre: lì ci sono i seggiolini, i ragazzi sono vicini al campo e ci sono molti meno pericoli rispetto ai gradoni in cemento esposti alla pioggia del settore riservato alle tifoserie avversarie.

Per limitare al minimo gli ingorghi ai tornelli della tribuna Creberg, proprio uno dei tornelli del settore ospiti è stato aperto solo per l’ingresso dei bambini che hanno potuto raggiungere il proprio posto nel parterre passando comodamente dalla Curva Morosini.

Multe e parcheggi inesistenti. Per concludere nel peggiore dei modi la domenica nerazzurra, circa 180 tifosi si sono trovati anche una multa sulla macchina. Le contravvenzioni sono state comminate in via Legrenzi, ma ci sono alcuni dettagli che hanno fatto veramente imbufalire i tifosi. In quella via, normalmente, la Polizia locale piazza del nastro bianco e rosso nelle zone limitrofe alle abitazioni che sono ubicate soltanto nella prima parte della strada. Da un certo punto in avanti, via Legrenzi costeggia la ex-Reggiani da un lato e la circonvallazione dall’altro. Domenica, nastro e paletti non c’erano.

I tifosi multati lamentano sia il fatto che per anni hanno sempre parcheggiato nella stessa zona senza mai subire provvedimenti sia la cronica mancanza di posti auto. Effettivamente, la ZTL costringe gli appassionati a stare lontano dalla zona dell’impianto cittadino e ci sono pochissime alternative per lasciare l’automobile. Il problema è ormai noto da anni, anche qui giova ricordare che l’impianto è di proprietà del Comune e che è l’Atalanta a pagare i mezzi aggiuntivi di ATB che fanno il servizio navetta gratuito  allo stadio prima e dopo le gare.

Insomma, il momento è pesante sia dal punto di vista della classifica che da quello ambientale. La prossima partita a Bergamo è in programma sabato 28 febbraio alle ore 18 contro la Sampdoria e tutti si aspettano il definitivo accantonamento di un divieto che da ormai 3 mesi punisce in blocco chi ha pagato un regolare voucher convalidato dalle autorità. In quel caso, lo stadio tornerà a spingere e tutti ne trarranno beneficio.

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