Tre domande che ci poniamo nella sosta per le Nazionali

Tre domande che ci poniamo nella sosta per le Nazionali
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Quello che conta davvero è il bene dell’Atalanta. Siamo alla vigilia di un periodo molto importante per i giocatori della Dea e quindi è normale puntare tutto sul ritorno in Europa, ma in questo fine settimana tocca guardare le Nazionali e qualcosa, permetteteci, non torna. Chi ha il cuore nerazzurro, storicamente, non è che sia particolarmente coinvolto nelle vicende delle varie selezioni, ma alla fine siamo tutti innamorati del calcio e allora guardare, valutare e farsi delle domande è assolutamente normale. Oggi ne proponiamo tre, per le quali non abbiamo risposte certe ma solo tanti dubbi. Quindi meglio condividere, magari tutti insieme riusciremo a a venirne a capo.

 

 

Prima domanda: perché Cristante e Spinazzola fuori? La Nazionale italiana ha giocato a Manchester una partita amichevole contro l’Argentina, la sconfitta per 2-0 conta poco o nulla ma la domanda che tutti si sono posti è la stessa: perché continuare a schierare, in una gara inutile, uomini "del passato" che hanno mancato la qualificazione al Mondiale? Di Biagio ha convocato tanti ragazzi interessanti, perché tenerli in panchina a scaldare il posto? Si è sempre detto che il calcio è una scienza strana ma di fronte a certe scelte è impossibile trovare risposte. Il campionato italiano produce tanti buoni giocatori. Gli atalantini Spinazzola e Cristante sono tra i più interessanti, ma come mai il centrocampista più prolifico del nostro campionato sta seduto per 75' minuti abbondanti di una gara che ha la stessa importanza di un piumino d’oca in mezzo al Sahara? E perché non spingere sul 3-4-3 schierando magari il prossimo esterno della Juventus invece che su soluzioni trite e ritrite che hanno solo amplificato il fallimento visto contro la Svezia? Un selezionatore normale e proiettato al futuro questi due ragazzi (come del resto tanti altri eh) li avrebbe fatti giocare dall’inizio. Senza se e senza ma.

 

 

Seconda domanda: ma de Roon perché non gioca? Oltre all’Italia, pure un’altra squadra molto importante del panorama europeo è rimasta fuori dalle qualificate ai Mondiali, eppure le scelte del nuovo mister Koeman non è che brillino per attenzione a quanto viene espresso in campionato. L’Olanda ha perso con l’Inghilterra una gara amichevole, eppure l’ex allenatore dell’Everton ha ben pensato di non regalare all’atalantino de Roon nemmeno un minuto. Dall’inizio alla fine ha giocato Hateboer, ma il centrocampista ex Middlesbrough non ha proprio visto il campo. Le prestazioni del numero 15 atalantino sono sotto gli occhi di tutti, nel calcio globalizzato di oggi è chiaro come ogni partita venga letteralmente vivisezionata per scovare il meglio di ogni professionista, eppure de Roon non ha trovato posto in una squadra che sta cercando di ripartire dopo gli ultimi enormi fallimenti e che si è vista battuta anche dalla compagine inglese. La soddisfazione per la chiamata è comunque forte, de Roon proverà a convincere Koeman per la trasferta di lunedì in Portogallo, ma la cosa fondamentale è evitare qualsiasi tipo di intoppo morale e fisico in vista della ripresa del campionato.

 

 

Terza domanda: quanto sono forti Freuler e Ilicic? Arriviamo alle note liete. Tra i vari convocati che sono stati chiamati e i pochi scesi in campo, ce ne sono due che hanno confermato il proprio valore anche fuori dalla “zona Gasperini”. Ma quanto sono forti? Remo Freuler ha indossato una maglia da titolare in Grecia con la sua Svizzera: i 61' minuti giocati sono molto significativi perché certificano come il tecnico Schaer tenga in piena considerazione l’atalantino anche per il Mondiale. Il valore del numero 11 degli orobici ormai è grande, il contratto è stato rinnovato l’anno scorso e quindi non ci sono rischi di scippo ma è chiaro che, potenzialmente, i grandi club d’Europa non possono continuare a non vedere questo tuttocampista dal viso gentile e i polmoni d’acciaio. “Giuseppe 72”, nomignolo che i tifosi hanno dato a Ilicic dopo la gara di Verona, non avrà invece a disposizione la vetrina mondiale tra circa tre mesi, ma nel 3-0 subito dalla Slovenia in Austria è stato tra i migliori. Ilicic scende sempre in campo da titolarissimo con la maglia della sua Nazionale, non è l’unico giocatore di talento che dovrà vedere i colleghi in tv quest’estate (Pjanic, tanto per fare un esempio, sarà costretto a fare lo stesso), ma siamo sicuri che la rincorsa europea che attende la Dea in queste ultime dieci partite di campionato sia comunque un ottimo palcoscenico per far vedere ancora una volta quanto sia alto il livello del suo calcio.

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