Uno strano lunedì di polemiche (piano a parlare di razzismo)

Uno strano lunedì di polemiche (piano a parlare di razzismo)
Pubblicato:
Aggiornato:

Un tranquillo lunedì di polemiche. Strumentali, spesso basate sul niente, con troppi professori in cattedra intenti a parlare prima ancora di ascoltare ma, soprattutto, capire. Il 2-2 interno contro la Fiorentina rappresenta per l’Atalanta una boccata d’ossigeno davvero importante e alla fine di questo pezzo proveremo anche a ragionare sul perché. Prima, purtroppo, siamo costretti a mettere qualche puntino sulle “i” perché la comprensione del testo e delle situazioni è troppo scarsa per lasciare che tutto passi in cavalleria.

 

 

La certezza è che non ci sono certezze. Domenica sera l'arbitro Orsato ha fermato la partita per circa tre minuti perché il difensore della Fiorentina Dalbert ha sentito degli insulti. Questa è l’unica certezza che abbiamo. Tutto il resto è da capire, chi dispensa giudizi sulla Bergamo razzista lo fa senza aver sentito nulla, senza aver visto nulla e senza essere stato allo stadio. Lo diciamo con fermezza perché noi allo stadio c’eravamo: un fatto (la sospensione di Orsato) non può determinare un giudizio (a Bergamo siete tutti razzisti) se l’antefatto (i cori contro Dalbert) non è chiaro, inequivocabile e certo. Il giocatore della Fiorentina ha sentito qualcosa che lo ha toccato e in questa sede non possiamo che ribadire quello che ogni essere umano dotato di Q.I. attorno ai 50 (la media è 100, tra 40 e 57 si parla di capacità “gravemente inferiori alla media”) capisce senza spiegazioni: insultare un individuo per il colore della sua pelle è profondamente sbagliato. Ma siccome è sbagliato anche generalizzare, è giusto che vengano fatte altre indagini per capire cosa è successo, in quanti hanno urlato contro Dalbert e quanto il loro comportamento ha coinvolto altre persone. Lo ha scritto il giudice sportivo nel suo dispositivo, non ce lo stiamo inventando noi.

 

 

In tanti accusano su fatti che non ci sono? Sui media si è scatenato il finimondo, ha parlato il presidente della Fifa Infantino a caldo dopo la gara negli studi Rai di Novantesimo minuto, lo ha fatto il sindaco di Parma dicendo che siamo stati ospiti e abbiamo “sporcato” la città e poi ha risposto il sindaco Gori con un post dove si legge “Idioti: non posso definire in altro modo i pochi tifosi atalantini che durante la partita con la Fiorentina hanno rivolto insulti razzisti al giocatore Dalbert, provocando la temporanea sospensione dell’incontro”. Loro, ma pure un’altra serie infinita di opinionisti ed editorialisti, partono da un fatto certo (la sospensione della gara) ritenendo anche certo che ci sono stati cori razzisti. Bene, il comunicato del giudice sportivo conferma una verità opposta: nel referto arbitrale e in quelli dei delegati della Lega presenti a Parma non ci sono certezze in merito a che cosa è avvenuto. Quindi servono altre indagini. Pertanto, chi pensa oggi che i cori ci sono stati deve quantomeno attendere: lo sostiene Dalbert (che verrà ascoltato) e da lui sarà importante capire bene cosa è successo. Ma di elementi oggettivi per sputare sentenze contro l’Atalanta e la sua gente per ora non ce ne sono. Altrimenti sarebbe arrivata una bella multa oppure una squalifica.

 

 

Parliamo di campo, siamo immortali. Tornando al campo, ciò che più regala fiducia dopo la sfida di domenica sera è la capacità della squadra di andare sempre avanti e di non mollare nulla fino al fischio finale. È successo un sacco di volte, lo abbiamo scritto e commentato spesso, ma qui ci sono numeri sbalorditivi a supporto: tra campionato e coppe, dall’inizio dello scorso campionato sono trentasei i punti recuperati da svantaggio.
Ben trenta in campionato, tre nei preliminari di Europa League contro l’Hapoel Haifa e tre nella semifinale di ritorno contro la Fiorentina di Coppa Italia. Una sfilza di rimonte da applausi che certifica due cose: l’Atalanta attacca sempre e quindi si espone al gol degli avversari, ma la squadra ha una forza infinita che le permette di stare dentro la partita fino all’ultimo secondo del recupero. Questo è un grande pregio, tutto legato a una mentalità da vera big.

Seguici sui nostri canali