Va bene, va benissimo così. Al Gewiss suonerà un'altra musica
Si deciderà tutto a Bergamo. In trasferta, l'Om rende decisamente meno. Allons enfants, le jour de gloire va arriver
di Xavier Jacobelli
Va bene, va benissimo così. Al Vélodrome, l’infortunio di Kolasinac ha cambiato i piani di Gasperini, eppure l'Atalanta è stata brava a tenere a bada il Marsiglia che, in casa, in questa stagione, ha perso solo una partita, con il Psg. Il 9 maggio, a Bergamo, suonerà un’altra musica. Stasera, dopo l’1-1 l’importante era mantenere il risultato. Queste sono sfide che durano 180 minuti, più il recupero e, se del caso, anche i rigori. Si vedrà.
Tuttavia, nella bolgia di casa Om, dove, ammirevoli per la passione e l'entusiasmo, i quasi tremila bergamaschi presenti, come a Liverpool si sono fatti sentire sempre, i nerazzurri hanno superato un'altra prova di maturità. E dunque, allons enfants, Atalanta: si può fare, si può andare a Dublino. Il pareggio marsigliese l'ha dimostrato, al termine di una partita giocata bene dall'una e dall'altra parte. L'Om è uscito imbattuto dal confronto con la Dea, ma al Gewiss, la squadra di Gasperini se la giocherà senz'altro la finale di Europa League, con buone chances di agguantarla. Ancora una volta, ha dimostrato quanto valga in campo internazionale. Con la personalità, la grinta, la capacità di soffrire alla bisogna.
Pancia a terra sin dal primo minuto, senza paura, incurante della bolgia Vélodrome: così era partita nel primo tempo l'Atalanta. Con lo stesso piglio di Anfield, per intenderci, tanto che conseguenziale è risultato il vantaggio siglato già all'undicesimo da Scamacca (9 gol nelle ultime 10 partite, gran bella notizia anche per Spalletti) su assist dell'onnipresente Koopmeiners. L'Om ha accusato il colpo e ha sbandato vistosamente. Malauguratamente, l'infortunio di Kolasinac, autentico guerriero purtroppo ko dopo solo un quarto d'ora e, si teme, per diverso tempo a venire, ha dato una mano ai francesi. Gasp ha arretrato de Roon in difesa, inserendo Pasalic, la fluidità della manovra ne ha risentito e il Marsiglia ha preso campo, infilati tre angoli di fila, ha pareggiato con il chirurgico, splendido tiro di Mbamba, imprendibile per Musso. Poco prima dell'intervallo, la Dea, rovesciatasi in nove nella metà campo avversaria ha rischiato di essere infilata in contropiede, ma Aubameyang (26 gol in stagione, dei quali 10 in 11 gare di Europa League), ha graziato Musso.
Se ottimo era stato il primo tempo nerazzurro, migliore è risultata la ripresa marsigliese, scandita dal gol di Sarr, giustamente annullato per fuorigioco in partenza di Luis Henrique; dall'incrocio dei pali colpito da Ounahui e dal tentato suicidio di Musso, in preda a un raptus di follia quando, anziché rinviare il pallone, ha cincischiato: per fortuna, Moumbagna non ne ha approfittato. Transeat.
A Gasset che ha tentato il tutto per tutto pur di vincere, inserendo in sequenza Merlin, Moumbagna, Ndiaye e il succitato Ounahi, Gasperini ha risposto con Lookman per Scamacca, sin troppo martellato dalla difesa francese e poi con Miranchuk e Hateboer per De Ketelaere e Zappacosta. Proprio nel finale, il russo ha sfiorato per un pugno di centimetri la rete del 2-1. Però, sarebbe un peccato lamentarsi. Alla seconda, storica semifinale europea della sua storia, trentasei anni dopo Malines, alla prima di cinque partite in tredici giorni fra campionato, Europa League e Coppa Italia, l'Atalanta ha retto l'urto del Vélodrome, grazie in particolare alle prove di Djimsiti, de Roon, Scalvini, Ederson, decisamente fra i migliori e i più efficaci quando la partita è diventata di contenimento.
Stranamente impacciato Musso che sinora in Europa League non aveva mai tentennato, soprattutto nelle uscite. Bene De Ketelaere, con il diavolo in corpo Lookman che ha definitivamente smaltito le fatiche di Coppa d'Africa ed è una garanzia assoluta, anche quando parte dalla panchina. Si deciderà tutto a Bergamo. In trasferta, l'Om rende decisamente meno che al Vélodrome. Allons enfants, Atalanta, le jour de gloire va arriver.