Vandevoordt e De Ketelaere piacciono all'Atalanta? Da Bergamo arrivano solo smentite
Tra i tanti nomi, dal Belgio si fanno anche quelli dei due giovanissimi (portiere e trequartista) che tanto bene stanno facendo con Genk e Bruges
di Fabio Gennari
Maarten Vandevoordt, portiere classe 2002 del Genk, e Charles De Ketelaere, centrocampista classe 2001 del Bruges, secondo i media belgi sarebbero due obiettivi molto concreti dell'Atalanta. Si tratta di due giovani di sicuro valore, ragazzi che hanno già una discreta esperienza in patria (e in Champions League, almeno il centrocampista), ma anche una valutazione decisamente alta: per De Ketelaere si parla di circa 20 milioni di euro, con Vandevoordt si superano tranquillamente i 30 milioni complessivi.
Abbiamo fatto alcune verifiche e la risposta è stata molto chiara: niente di vero. Le vie del mercato sono infinite, ciò che è vero oggi può tranquillamente diventare falso domani e c'è anche una bella fetta di strategia che entra in gioco in questi casi e potrebbe mascherare interessi che invece sono concreti. Ma visto che le fonti da noi interpellate sono sempre le stesse e i risultati, in termini di notizie confermate, sono sempre stati buoni, tendiamo a fidarci: i due giovani, di grande talento, non arriveranno a Bergamo.
Senza dubbio i due sono ragazzi estremamente interessanti, ma non sembrano incrociare, a oggi, quei ruoli nella rosa che hanno bisogno di nuovi innesti. In porta l'Atalanta 2021/22 dovrebbe presentare delle novità ma è più probabile che si punti (eventualmente) un giocatore con qualche anno di esperienza in più rispetto a Vandevoordt, anche perché, non bisogna dimenticarlo, l'Atalanta è proprietaria del cartellino di Marco Carnesecchi, titolare della nazionale Under 21 italiana classe 2000.
De Ketelaere è invece uno dei centrocampisti avanzati più importanti del panorama internazionale, ma il suo ingaggio significherebbe cedere almeno un paio dei giocatori attualmente in rosa per fargli spazio. Una strategia che, in questo momento, non sembra essere nei piani della Dea. Come al solito, in giro per l'Europa ci sono realtà di medio-alto livello che lanciano giovani a getto continuo mentre in Italia si fatica a vedere ragazzi nostrani arrivare da protagonisti ai vertici.