«Il nostro sogno è che l’Atalanta ci porti in Europa e che quindi per noi diventi possibile andare con la Dea in Inghilterra, Germania, Francia, ecc… Ma quando?». Provate a prendere queste parole e poi a cucirle addosso ad un tifoso qualsiasi dei nerazzurri. Semplice, vero? Un po’ tutti gli amanti della Dea sognano di poter tornare a vivere notti di Coppa. A Bergamo ma non solo. Fin qui, tutto normale, quasi scontato. I sogni e pure quella domanda: «Ma quando?». Ciò che stupisce davvero, però, è che queste parole non arrivino da un bergamasco qualsiasi ma da Andreas, un giovanotto austriaco che si è innamorato della formazione nerazzurra nel 2006, e che da allora la segue con grande, grandissima partecipazione.
La presentazione. «Mi chiamo Andreas, ho 26 anni, vivo a Vienna – racconta – e vengo sempre in Italia per vedere l’Atalanta con un amico che si chiama Matthias e ha 37 anni. Spesso andiamo in due, ma qualche volta capita di coinvolgere altri ragazzi per raggiungere lo stadio Comunale e seguire le partite. Contro l’Inter, nel 2009, eravamo in 8 ad assistere alla grandiosa vittoria per 3-1: era la squadra di Mourinho, vincemmo davvero alla grande». Questa la presentazione degli appassionati austriaci. Ma, come è nata la passione per la Dea? Anche qui, la risposta è chiarissima e si scopre che tra Atalanta e Juventus è stata quella nerazzurra la curva più coinvolgente.
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Il grand tour calcistico. «Tutto è cominciato nel 2006. Ho fatto un giro con due amici nel Nord Italia per vedere le partite Atalanta-Cremonese e Juventus-Fiorentina. La prima partita è stata quella dei nerazzurri: era il campionato di serie B chiuso con la promozione. Siamo andati in Curva Nord e devo ammettere che la mia passione per l’Atalanta è sorta immediatamente. Amore a prima vista. Il tifo, la squadra e naturalmente la città. Tutto magnifico. Credo che Bergamo sia la città più bella in Italia. Da quel giorno siamo pazzi per l’Atalanta».
C’era pure a Napoli. Andreas frequenta l’Università e parla molto bene l’italiano. Quando viene a Bergamo si fa ospitare da un amico che vive qui e si chiama Matteo. Ci tiene a ringraziarlo per l’aiuto con i biglietti. La passione per la Dea, però, ha portato gli amici viennesi a seguire l’Atalanta anche in trasferta. «Non ricordo con precisione ma certamente siamo oltre le 20 partite seguite dal vivo. La maggioranza a Bergamo ma anche in trasferta con Udinese, Cagliari a Trieste, Genova e Napoli: proprio poche settimane fa siamo andati al San Paolo e abbiamo seguito l’1-1 firmato Pinilla con la nostra sciarpa nerazzurra al collo».
Tra Austria Vienna e Atalanta. A Vienna, quando non sono in Italia per l’Atalanta, Andreas e gli amici seguono il calcio locale e allo stadio ci sono molto spesso. «Siamo tifosi dell’Austria Vienna, uno dei due grandi club a Vienna. Anni fa, siamo andati con la squadra in tutta Europa (Islanda, Kazakistan, Serbia, Spagna, Russia, Svezia, Turchia ecc.) e Austria. Adesso siamo nella tribuna centrale, abbiamo lasciato il tifo organizzato». E hanno iniziato a seguire l’Atalanta.
Stadi. Ma dall’estero, il calcio italiano, che impressione lascia? «Credo che gli anni migliori siano passati. Gli stadi sono vecchi, i politici e la polizia fanno molta repressione agli ultras, e dal punto di vista tecnico vediamo che i grandi giocatori vanno in Spagna, Germania o Inghilterra. Purtroppo le arene non sono come in Germania. Lì tutti gli stadi sono sempre esauriti o pieni al 90 percento: purtroppo in Italia solo la Juve ha un stadio moderno e funzionale come si vede in altre parti d’Europa».
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Lo vedremo alla festa della Dea? Nella speranza di venire presto alla Festa della Dea («Ho visto molte foto e video ma non ci siamo mai stati. Ed esempio abbiamo seguito la demolizione delle macchine con i colori di Brescia e Roma, i discorsi del Bocia, la presentazione della squadra allo stadio e le tantissime altre iniziative che segue la Curva. Mi è piaciuto molto, forse verremo quest’anno»), Andreas da Vienna si conferma innamorato della squadra ma anche della città. E di questi tempi, sentire parole di apprezzamento per la città di Bergamo è certamente molto bello. «Quando si arriva alla stazione con il treno e poi si vede Viale Papa Giovanni con sullo sfondo Città Alta, si prova una sensazione bellissima. Un’atmosfera speciale. Le strade sono pulite e la gente molto gentile. Mi piace il mercatino di Natale ma non solo. E poi si mangia sempre bene a Bergamo, e questo è importante».
E i giocatori migliori? L’ultima battuta, l’amico austriaco la regala pensando ai giocatori: chi il più grande che ha visto dal vivo? «Per me è difficile rispondere a questa domanda, perché non vedo tutte le partite. Penso che Floccari sia stato il giocatore più forte, anche Doni è stato un grande giocatore ma tutti conoscono la fine della sua storia con l’Atalanta. Oggi, Maxi Moralez e Denis giocano e lottano sempre per la maglia, Bellini è già adesso una leggenda».