Più che uno strumento di autodifesa, sembra essere diventato un aggeggio per creare scompiglio e vandalismi. Sfiorano la decina, i casi di uso improprio dello spray al peperoncino in Bergamasca. Sempre più frequenti.
L’ultimo episodio, martedì 18 novembre all’istituto Belotti, in via Azzano, a Bergamo. Erano in corso le lezioni quando all’improvviso, intorno alle 10.20, uno studente (o forse più d’uno) ha spruzzato la sostanza urticante in classe. Risultato: quattro studentesse quindicenni e una bidella di 58 anni hanno accusato nausea, bruciore agli occhi e alle vie respiratorie. Sul posto è stata chiamata un’ambulanza. Nel frattempo sono arrivati anche i vigili del fuoco e due volanti della Polizia. Per fortuna, tutto si è risolto senza necessità di ricoveri.
Nelle scorse settimane si sono registrati diversi episodi, complice anche la facile reperibilità degli spray, acquistabili ovunque a poco prezzo – fra i 10 e i 30 euro – in farmacie, armerie, supermercati, tabaccai e ferramenta.
E così accade, per esempio, che, giovedì 13 novembre, a finire in una nuvola di peperoncino sia un’aula dell’Istituto superiore Galli di via Gavazzeni. Poco prima delle 12.45 un odore acre e intenso ha costretto insegnanti e studenti a evacuare la classe e chiedere l’intervento dei soccorsi. Si è scoperto poi che la causa erano due bombolette, ritrovate negli zaini di alcuni alunni di una classe prima. Due ragazze, entrambe quattordicenni, hanno accusato bruciori agli occhi e alle vie respiratorie. Sono state portate al Bolognini di Seriate in codice verde.
E dire che la vendita degli spray urticanti sarebbe vietata ai minori di 16 anni. E i guai legali di eventuali trasgressioni sarebbero parecchi, in sede civile e penale. Ciò nonostante, gli episodi non si fermano.
Altra scuola, altro episodio. Venerdì 7 novembre al Consorzio Enfapi di via Pietro Nenni a Treviglio due studenti (…)