Policlinico

A Ponte San Pietro 260 parti nel 2024, la metà del previsto: punto nascite a rischio?

Il minimo stabilito è di 500. Sulla sua chiusura ancora tutto tace, ma già da qualche mese le partorienti vengono trasferite altrove

A Ponte San Pietro 260 parti nel 2024, la metà del previsto: punto nascite a rischio?
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Il punto nascite di Ponte San Pietro al Policlinico San Pietro chiuderà? Ancora nulla di ufficiale sul suo destino, sebbene i numeri non giochino in suo favore: dall'inizio dell'anno a ora, infatti, ci sono stati 260 parti, poco più del minimo stabilito da Decreto ministeriale, che prevede 1.000 parti annui - 500 in quelle aree geograficamente disagiate come Ponte San Pietro.

Da Ats Bergamo (che ha affermato di stare monitorando la situazione e i volumi dell'attività) e dal Gruppo San Donato, proprietario del Policlinico San Pietro, non arrivano conferme, tanto meno smentite, così come dai rappresentanti del territorio. Nessuno si è sbottonato neanche durante le ultime riunioni: non al Collegio dei sindaci di Ats Bergamo, non all'incontro di delegazione trattante tra Rsu e direzione generale del San Donato, non alla riunione dell'assemblea dei sindaci di Asst Bergamo Ovest che si è tenuta ieri, domenica 22 dicembre, a Treviglio.

Si respira già aria di chiusura...

Una sola rassicurazione, da parte del direttore generale di Ats, Massimo Giupponi: qualunque sarà il destino del punto nascite, non si farà nulla senza prima confrontarsi con il territorio e i suoi amministratori. Tra i sindaci le opinioni sono opposte: c'è pensa a Bergamo come alternativa, raggiungibile in pochi minuti di macchina, e chi crede che chiudere il punto nascite sia una perdita per tutta la Val San Martino, la Valle Brembana e la Valle Imagna.

A dire il vero, l'aria di chiusura si respira già da qualche mese. Il policlinico di Ponte San Pietro, infatti, garantisce ancora i servizi essenziali, tra cui la presa in carico in ambulatorio di donne in gravidanza, oltre a un ginecologo e due ostetriche presenti 24 ore su 24 nel pronto soccorso ostetrico-ginecologico ancora attivo. Ma i parti vengono già dirottati in altre strutture vicine, a meno che si tratti di urgenze che renderebbero pericoloso il trasferimento della partoriente.

La sensazione, come ha spiegato Katia Dezio, coordinatrice Rsu del Policlinico San Pietro a L'Eco di Bergamo, è che il punto nascite proseguirà ancora fino alla primavera, prima di essere chiuso definitivamente. Nel frattempo bisognerà attendere almeno la fine dell'anno prima di fare previsioni: solo allora potrebbe partire l'iter, con la certificazione del mancato raggiungimento di parti stabiliti e l'avvio dell'iter da parte del Gruppo San Donato. Sarà Regione Lombardia, infine, ad avere l'ultima parola.

Commenti
Luca

Penso che i giovani italiani , non tutti ovviamente,devono darsi una mossa. Aggiungo che tutte le coppie di stranieri hanno 2 o 3 figli in Italia e magari 3 o 4 in Africa e in busta paga ..assegni familiari per 7 .... manca la voglia di sacrificio ma Anche la gioia di fare ...

Antonio

In Italia è sempre una questione di soldi. Il punto nascite di Ponte San Pietro è indispensabile per chi abita in valle. Non ci si puo' lamentare del basso numero di parti se le donne che arrivano vengono dirottate e le poche visite non vengono nemmeno annotate! Si spera che l'ATS Lombardia prenda seriamente provvedimenti.

sandro

Siamo a 13 minuti di macchina dal papa Giovanni. In valle seriana hanno chiuso il punto nascite di clusone, chi sta in cima alla valle per raggiungere la sala parto ci impiega un ora e mezza, senza traffico. Auguri alle partorienti ed al bambino/a

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