Aggressioni a medici e infermieri: in Bergamasca nel 2023 almeno una ogni due giorni
Lo scorso anno, tra Asst Papa Giovanni XXIII e Bergamo Est, si arriva a 268 casi. Tra le maggiormente aggredite ci sono le infermiere
Aggressioni a medici e operatori socio sanitari: i numeri del 2023, anche in Bergamasca, sono allarmanti e indicano un fenomeno in aumento. L'identikit delle vittime e dei colpevoli sono molto simili tra loro: oggetto delle violenze sono spesso infermiere di età compresa tra i trenta e i quarant'anni, mentre a offendere o mettere le mani addosso sono di solito uomini sotto l'effetto di stupefacenti.
Le aggressioni negli ultimi anni
Le statistiche sono state rese note dal Ministero della Salute e dalle Aziende sanitarie bergamasche in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari, istituita nel 2022. Nello specifico, come riportato oggi (martedì 12 marzo) da L'Eco di Bergamo, molte di queste vicende hanno luogo, per quanto riguarda l'Asst Papa Giovanni XXIII, nelle aree più sensibili come Pronto soccorso, Psichiatria, Serd e carcere, ma anche ospedale di San Giovanni Bianco e servizi territoriali.
Nelle varie strutture ci sono state 109 aggressioni nel 2022 e 103 nel 2023, con successivi infortuni in 10 casi due anni fa e 12 l'anno scorso. Il tutto, con 10 giornate di lavoro perse per guarire nel 2022 e addirittura 47 nel 2023. Tra l'altro, pare che le lesioni riportate l'anno scorso siano state in media più serie rispetto a un paio di anni fa. Ciò significa che, in pratica, nel 2023 si è avuta un'aggressione ogni tre giorni.
A disposizione anche i dati per l'Asst Bergamo Est, che è quella con più presidi e pronto soccorso sul territorio, dove ci sono state 80 nel 2022 e 165 nel 2023, quindi quasi una ogni due giorni. Se si sommano tutti gli episodi per entrambe le Asst, si arriva a 268 episodi solamente l'anno scorso e, se si considerano anche la Asst Bergamo ovest e le strutture del privato accreditate Humanitas Gavazzeni, il Policlinico San Pietro e il Policlinico San Marco, è plausibile che si arrivi a un'aggressione al giorno in media, se si comprendono sia i casi di insulti e minacce che quelli di percosse.
Le statistiche per gli infermieri
A livello nazionale, nel campione che ha partecipato all'indagine del Ministero, gli infermieri che hanno dichiarato aggressioni durante l’anno appena trascorso sono il 40,2 per cento: dato in aumento rispetto al biennio 2021-2022, quando si era rilevato un 32,3 per cento di operatori del settore aggrediti. Gli infermieri, inoltre, spesso non denunciano i casi di violenza, per vari motivi: perché ritengono che a provocarli siano le condizioni dell’assistito o del suo accompagnatore, oppure perché ritengono sia inutile, che il rischio faccia parte del lavoro o ritengono di poter gestire da solo questi episodi.
Impressionante nel 2023 è il numero delle violenze (verbali o fisiche) che gli infermieri aggrediti hanno dichiarato: la media è di oltre 10-12 ciascuno nel corso di un anno solare, con le dovute differenze legate soprattutto al territorio e al reparto dove il professionista svolge la sua attività: il 44 per cento ha subito da 4 a 10 aggressioni, il 55 per cento da 11 a 20 e l’uno per cento oltre 20 aggressioni in un anno.
In molti ciò causa “morale ridotto” (41 per cento) e “stress, esaurimento emotivo, burnout” (33 per cento), che secondo lo studio "Bene", presentato a dicembre 2023 dalla Federazione, mette a rischio la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti e genera nei professionisti la volontà di abbandonare il posto di lavoro (45,2 per cento dei casi) .
Aggredire è sempre sbagliato, ma se in ospedale ti lasciano ore ad aspettare e se osi fare una domanda ti trattano come un rifiuto, forse un pò di nervoso te lo fanno venire gli infermieri stessi, poi ripeto c'è reazione e reazione ma non facciamoli diventare martiri, vi prego