Al Papa Giovanni introdotto il test Rna per screening Papilloma virus: è la prima volta in Italia
L’affidabilità del test è tra il 90 e il 100 per cento. Si inizierà coinvolgendo le donne di 63-64 anni di età

All’interno del programma di screening che Regione Lombardia ha avviato per la prevenzione del tumore del collo dell’utero attraverso l’analisi del Dna, il Papa Giovanni di Bergamo ha introdotto la ricerca dell’infezione da Papilloma virus (Hpv) attraverso test mai utilizzati prima in Italia, che si basano sull’analisi dell’Rna.
La novità riguarderà nel primo anno circa 12.800 donne, di 63-64 anni di età, residenti in provincia di Bergamo. La campagna di screening prevede in aggiunta l’invito a effettuare il tradizionale pap test per le donne nate nel 1997, che non risultino coperte dal vaccino contro l’Hpv. Tutte le donne coinvolte della provincia stanno ricevendo in queste settimane da Ats Bergamo una lettera con i dettagli dell’appuntamento, organizzati dalla azienda socio sanitaria di riferimento. L’affidabilità del test, in uso negli Stati Uniti ed in altri otto Paesi, è stata di recente riconosciuta anche in Italia proprio su iniziativa dell’ospedale Papa Giovanni, che può così ottimizzare l’impiego di due potenti macchinari introdotti durante la lotta al coronavirus e utilizzati per l’analisi dell’Rna virale nei tamponi molecolari.

La novità nasce da un’iniziativa di Andrea Gianatti, direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio del Papa Giovanni XXIII. I laboratori dell’Unità di Microbiologia e virologia sono stati attrezzati durante la pandemia con due macchinari Panther che permettono, a regime, di processare oltre mille tamponi molecolari al giorno alla ricerca del coronavirus, in maniera altamente efficiente ed automatizzata. I risultati dei più recenti studi clinici sui test mRNA Hpv sono stati oggetto di un confronto questa estate tra Gianatti ed il Gruppo Italiano Screening del Cervicocarcinoma (GISCI) che fa parte dell’Osservatorio Nazionale sullo Screening (ONS), organismo riconosciuto come strumento tecnico per l’attuazione, la definizione delle modalità operative, il monitoraggio e la valutazione dei programmi di screening regionali e nazionali.
Se si guarda alla capacità di individuare precocemente il virus, questo test ha lo stesso livello di affidabilità del test a Dna, con una sensibilità clinica tra il novanta e il cento per cento, ma è in grado di fornire indicazioni più dettagliate sul rischio effettivo che il virus possa generare lesioni neoplastiche. Per quanto riguarda le modalità di prelievo delle cellule della cervice uterina, nulla cambia rispetto al Dna Hpv test.
Per quanto riguarda l’Asst Papa Giovanni XXIII, sono cinque le sedi in cui avverrà il prelievo di cellule del collo uterino, con inizio da lunedì 14 novembre: a Bergamo in ambulatorio all’ospedale Papa Giovanni e nel consultorio di Borgo Palazzo; nei consultori di Villa d’Almé e di Sant’Omobono; a San Giovanni Bianco nell’ambulatorio ospedaliero. In caso di positività al test la donna riceverà al telefono la convocazione per esami di approfondimento.