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Al Pronto Soccorso del Papa Giovanni XXIII arrivano i volontari per accogliere, orientare e aiutare

Quando si entra ci si sente spaesati: il compito dei volontari è di accogliere andare incontro all'utenza, sgravando medici e infermieri

Al Pronto Soccorso del Papa Giovanni XXIII arrivano i volontari per accogliere, orientare e aiutare
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La sanità cerca di andare incontro a chi ne ha bisogno con una nuova figura, questa volta non medica, che da qualche tempo popola il pronto soccorso del'Ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Si tratta di un volontario che è lì per offrire indicazioni, orientare e supportare l'utenza e i familiari. Il tutto, all'interno della fase sperimentale di un nuovo progetto al quale hanno aderito l'Associazione Cure Palliative Odv e l'Associazione Volontari Ospedalieri Odv di Bergamo che, a regime, prevede l’alternanza in Pronto soccorso di oltre venti volontari su più turni, dalle 10 alle 21 tutti i giorni feriali e festivi.

Guida e aiuto pratico

Spesso, quando si entra al pronto soccorso il rischio è di sentirsi spaesati, tra codici, code, stress e corse trafelate. Il compito dei volontari è quindi quello di accogliere l'utenza, offrendo indicazioni utili per agevolare le procedure di accettazione al triage, orientando tra sportello Cup amministrativo e sportello triage e aiutando a interpretare le informazioni sui tempi di attesa fornite dai monitor presenti in sala accoglienza.

Concluse le operazioni di triage, il volontario può guidare l'utente al Pronto soccorso pediatrico, oculistico o ginecologico. Il volontario può provvedere direttamente a risolvere alcune necessità pratiche, ad esempio fornendo una carrozzina agli utenti che ne abbiano bisogno.

Formati appositamente

Per questo, tutti i volontari sono stati formati sull'organizzazione dei percorsi logistici e clinici e sugli spazi. Indicazioni sono state fornite sul rispetto delle regole di comportamento richieste per il rispetto della privacy, per la prevenzione delle infezioni ospedaliere e per la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Inoltre, il loro supporto va anche in direzione dei familiari, per la consegna ad esempio di effetti personali e può agevolare il rapporto, ad esempio per il passaggio di informazioni o per l'accompagnamento del familiare stesso nelle aree interne del Pronto soccorso, quando ve ne sia la necessità e su indicazione del personale sanitario.  

Alleggerimento di medici e infermieri

Maria Beatrice Stasi, Direttore generale dell'Asst Papa Giovani XXIII spiega: «La maggioranza dei pazienti che si presentano in Pronto soccorso deve dare la precedenza ai casi più gravi che arrivano dalla rete dell’emergenza urgenza. Questo nuovo progetto punta a supportare l'utenza in tutte quelle necessità che si vengono a creare prima della visita e degli esami. L'aiuto delle associazioni ci permette di sollevare medici e infermieri da incombenze non strettamente cliniche».

Aurora Minetti, componente del Consiglio direttivo e responsabile della formazione di Acp sottolinea: «Siamo volontari formati al sollievo, all’ascolto e alla presenza». Sulla stessa linea Piera Vitali, presidente di Avo Bergamo: “Da sempre formati alla relazione d’aiuto, i volontari AVO rappresenteranno un valore aggiunto in un contesto difficile e molto delicato sia per gli utenti che per il personale sanitario». 

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