Allarme inquinamento da ozono nella Bergamasca: i dati e come difendersi
I picchi oltre i 200 microgrammi al metro cubo, la concentrazione media supera il limite di 120. Causa principale i motori diesel
Picco di ozono nell'Alta pianura bergamasca, che insieme alla Brianza è la zona lombarda con la maggior concentrazione di questo gas inquinante, che è un forte ossidante e irrita le mucose respiratorie. La sostanza nociva, secondo i dati di un report diffuso ieri (mercoledì 28 giugno) da Legambiente, sarebbe infatti oltre le soglie di informazione, ovvero i valori per i quali, a norma di legge, i cittadini devono essere informati sui comportamenti da adottare per limitare i danni.
L'inquinamento da ozono
In particolare, nella zona della nostra provincia i valori massimi di ozono superano i duecento microgrammi al metro cubo, ma le mappe di Arpa Lombardia riportano una situazione critica non solo per le concentrazioni massime, ma anche per quelle calcolate sulla media di otto ore, che a norma di legge dovrebbero essere al di sotto dei centoventi microgrammi al metro cubo. Parametro che, però, viene ampiamente superato in quasi tutta la regione da settimane, e con poche eccezioni. Nella giornata di martedì 27 giugno, l’unica località al di sotto di questo valore è stata la città di Sondrio.
Questo tipo di inquinamento si sviluppa per effetto della luce solare sulle molecole di ossido d’azoto, emesso dagli scarichi dei motori diesel. Per questo i valori massimi si registrano nelle ore pomeridiane, per poi ridursi progressivamente nelle ore successive al tramonto: il consiglio per limitare i danni è quello di evitare attività fisiche intense all’aperto nella fascia oraria critica, preferendo quella mattutina.
Le critiche di Legambiente a Regione
Critiche da parte di Legambiente sono arrivate dopo che, sempre martedì scorso, l'assessore regionale ad Ambiente e Clima, Giorgio Maione, aveva ribadito i contenuti del manifesto lombardo per il clima, mentre l'associazione ambientalista aveva chiarito come i dati, trasmessi dal Pirellone all'Unione europea, sui miglioramenti della qualità dell'aria non fossero il risultato di calcoli corretti.
«La strada per veder riconosciuto il diritto alla salute in Lombardia è ancora molto lunga - ha denunciato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Dobbiamo accelerare verso i nuovi parametri Ue, non remare pretestuosamente contro come fa Regione. Una vera politica per uscire dal diesel non è ancora in campo, ed anzi la Lombardia resta tra le regioni europee con i più alti numeri di autoveicoli circolanti sulla sua densissima rete stradale».