Ecco l'«identikit»

Alloggia nel suo appartamento ma paga con finto bonifico: truffa in via Bono

I duecento euro pattuiti non sono mai arrivati: la ricevuta era falsa. La segnalazione è stata lanciata da un proprietario di affitti brevi

Alloggia nel suo appartamento ma paga con finto bonifico: truffa in via Bono
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Avevano pattuito un pagamento tramite bonifico, ma quei duecento euro richiesti non sono mai arrivati. La truffa in via Bono, non lontano dalla stazione autolinee di Bergamo, ai danni del proprietario di un bilocale utilizzato per affitti brevi.

La segnalazione è arrivata tramite il quotidiano L'Eco di Bergamo, che ha riportato la notizia. Lo scorso fine settimana, una ragazza ha telefonato al proprietario dell'appartamento per prenotare un soggiorno di due notti per sua madre, venerdì 1 e sabato 2 marzo - con checkout domenica mattina.

La ricevuta falsa e le sospette richieste di codici

Il proprietario ha quindi inviato un link di pagamento tramite SumUp, noto Pos che permette anche pagamenti elettronici a distanza, ma le cose hanno iniziato a farsi sospette: prima ha affermato di non riuscire a pagare, poi ha inviato a sua volta un link con WhatsApp.

Non convinto, ha quindi accettato l'ultima proposta: pagamento con bonifico, corredato di ricevuta rivelatasi poi, purtroppo, falsa. Della truffa se n'è accorto soltanto domenica mattina, quando i duecento euro non sono mai effettivamente stati caricati sul suo conto.

Nel frattempo, la (presunta) madre ha alloggiato nell'appartamento: si tratta di una donna italiana, alta un metro e settanta, cinquantacinque anni, capelli lunghi neri e lisci, labbra rifatte, questo è l'identikit fornito dal proprietario, che possiede tutti i suoi dati grazie alla carta d'identità, obbligatoria per la registrazione.

Un particolare ha catturato l'attenzione di chi ha segnalato la truffa, che vive nella porzione di appartamento proprio accanto a quello destinato per gli affitti brevi: una sera l'ha sentita parlare di codici, chiedendo a qualcuno di mandarglieli.

Non è escluso che stesse cercando di truffare qualcun altro, utilizzando una tecnica particolarmente diffusa ultimamente che consiste nel chiedere - appunto - alla vittima i codici di recupero dei propri account, per potersene così impossessare. Intanto il proprietario si è rivolto alla Questura, dove ha segnalato l'accaduto e presenterà denuncia.

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