Anche a Stezzano chiude l'edicola: adesso la piazza resta senza giornali
Marcello Borghini ha deciso di fermarsi dopo 17 anni. Nei locali si sono alternati vari proprietari nei decenni, ma lui ha lasciato un ricordo speciale
di Laura Ceresoli
Il 26 maggio non è stato un giorno come gli altri per Marcello Borghini. L'edicolante di piazza della Libertà a Stezzano ha infatti deciso di chiudere definitivamente le porte del suo negozio. E con lui non se ne vanno solo giornali, riviste, figurine, ma anche un pezzo di cuore.
Sì, perché per tutti gli stezzanesi è stato un punto di riferimento. In quel luogo storico si sono alternati svariati proprietari nel corso dei decenni. Eppure la figura di Marcello, con il suo modo di fare educato e la particolare attenzione per il cliente, ha lasciato un ricordo speciale.
«La mia decisione è stata sofferta e proprio per questo quella commozione, che anche ora sto sperimentando, desidero trasfigurarla in un sentimento di grande soddisfazione se sono riuscito in questi anni non solo a svolgere il mio lavoro ma anche a creare tante e così significative e preziose relazioni. Dal mio negozio sono passate tante generazioni. Ho visto crescere bambini che ora magari sono diventati a loro volta papà e passano in edicola con i loro figli: la ruota della vita. Ho anche dovuto dire addio ad alcuni clienti a cui mi ero affezionato. Ho conosciuto tante storie di vita e belle persone che spero di incontrare di nuovo per strada visto che comunque abito a Stezzano con la mia famiglia».
Dopo aver conseguito la laurea in lettere nel 2006, Marcello aveva deciso di non intraprendere il corso di specializzazione che lo avrebbe portato sulla via dell'insegnamento. Aveva altri sogni nel cassetto, la passione per la lettura, la musica classica e soprattutto la voglia di crearsi una famiglia. Ben presto ha maturato l'idea di mettersi in proprio. Così ha deciso di prendere in gestione un'edicola. La scelta è ricaduta sui locali di piazza della Libertà, proprio a pochi passi dalla villa comunale e dalla chiesa parrocchiale.
«Ho affrontato un notevole impegno economico all'inizio ma ne valeva la pena - racconta -. Ai tempi di giornali cartacei se ne vendevano ancora parecchi. Per anni sono stato fornitore della Brembo, della Schneider, dell'Italcementi, della biblioteca comunale. In epoche più recenti sono stati anche punto di ritiro per i pacchi Amazon e Gls. Poi piano piano le vendite sono calate, sia per l'arrivo delle piattaforme digitali sia con la liberalizzazione di Bersani che ha concesso la vendita di giornali anche nei supermercati (...)