Anche i docenti si schierano «dalla parte della governance del Politecnico delle Arti»
Dopo la lettera degli studenti, arriva anche quella dei professori, che sottolineano la fase di passaggio, delicata ma fondamentale, in corso

Continuano a essere tempi duri per il Politecnico delle Arti di Bergamo, per il quale la lettera inviata al Ministero dell'istruzione e ai vertici dell'Istituto da degli studenti asiatici per lamentarsi sia di un particolare episodio spiacevole, sia di una generale carenza organizzativa, sembrava poter essere la goccia che pronta a far traboccare un vaso già colmo di problemi di varia natura.
«Massima fiducia dei docenti»
Invece, non è così. Perché prima la Consulta degli studenti, e poi ora, a distanza di qualche settimana, anche molti docenti hanno deciso di esprimersi in difesa del presidente, Giorgio Berta, della direttrice, Daniela Giordano, e della direttrice amministrativa, Maria Teresa Sanfilippo, che «stanno lavorando alacremente» e nei quali «i docenti ripongono la massima fiducia».
Non una, ma due sfide
In particolare, i docenti spiegano di voler «rendere nota alla città la reale situazione dell'Istituto». Partono quindi da quando, ormai poco più di un anno fa, è nato il Politecnico stesso grazie alla fusione di due storiche istituzioni, l'Accademia Carrara di Belle Arti e il Conservatorio Donizetti.
Spiegano come contemporaneamente, l'istituto «ha vissuto contestualmente la statizzazione». Sottolineano: «Questo doppio passaggio ha fatto sì che tutta l'organizzazione dovesse adeguarsi agli standard richiesti dal Ministero dell'Università. Ministero che in questa fase sta inoltre accelerando moltissimo la compiuta realizzazione della riforma dei nostri Istituti, partita nel 1999. Tale interesse per l'alta formazione artistica e musicale è un fatto di grandissima importanza nel panorama culturale italiano e deve impegnare tutti alla più stretta collaborazione, perché non vada sprecata un’occasione davvero storica. In questo quadro va letta la situazione delicata che il Politecnico bergamasco sta vivendo sul piano amministrativo: deve essere costruito un comparto amministrativo in linea con analoghi istituti nazionali, ma con l'ulteriore sfida data dal fatto che il nostro Istituto è l’unico esempio di fusione tra enti di alta formazione».
Lo sviluppo del Politecnico
Aggiungono un aspetto che li riguarda: «Ribadiamo inoltre che la cura, il sostegno, l'attenzione e l'ascolto verso i giovani sono da sempre al centro della nostra vita lavorativa. Ciascuno di noi tenta sempre di migliorare la propria competenza e la propria capacità relazionale, per poter far fronte alle esigenze dei ragazzi. La specificità di un Istituto come il nostro, di dimensioni ancora contenute, è proprio la centralità del singolo studente e del suo personale progetto espressivo».
I docenti fanno poi una panoramica dello sviluppo del Politecnico in termini di richieste di ammissione, di offerta formativa (nuovi trienni in Design per la comunicazione visiva, Musica applicata alle immagini, Tecnico del suono), di progetti sul territorio in condivisione con decine di enti culturali, in termini di ricerca (quattro dottorati attivati in partnership con Università di Bergamo, Conservatorio Santa Cecilia di Roma, Accademia Albertina di Torino) e di produzione, tra cui spicca il Tono Festival e le numerose iniziative formative organizzate dai vari Dipartimenti.
Provare per credere
Concludono: «I nostri studenti sono attivissimi e molto legati all'Istituto. Noi docenti ne traiamo quotidianamente enormi soddisfazioni. Riteniamo che siano importanti critiche costruttive, recensioni competenti sulla produzione artistica dei nostri studenti. Desideriamo, con il nostro lavoro, rendere sempre più il Politecnico delle arti realtà vitale e preziosa per il suo territorio, aperta e inclusiva. Chiediamo a tutti di incontrarci, di venire da noi, alle nostre mostre, ai concerti, per verificare di persona l'impegno e, ci permettiamo di dire, la qualità della nostra ricerca artistica e musicale».