Anche i medici del Papa Giovanni protagonisti dell'operazione alle gemelline siamesi
Una delle due piccole purtroppo non ce l'ha fatta, l'altra è in Terapia intensiva neurologica al San Gerardo di Monza e sta progressivamente migliorando

Anche dei medici dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo hanno collaborato all'intervento al San Gerardo di Monza, durato 48 ore, per separare due gemelle siamesi.
Sopravvissuta una delle bambine
Un'operazione complessa, durante la quale - come riportato da PrimaMonza - una delle due piccole, di due anni e mezzo e provenienti dal Senegal, purtroppo non ce l'ha fatta: la piccola T., infatti, non ha superato la fase finale, mentre D. è ora ricoverata in Terapia intensiva neurologica, con progressivi miglioramenti che le permetteranno, per la prima volta, di intraprendere un cammino verso l'autonomia motoria.
Le minori erano affette da una rarissima forma di craniopago verticale totale, una delle forme più rare e complesse di fusione cranio-encefalica, con una connessione estesa tra le ossa del cranio, i tessuti cerebrali e il sistema vascolare. La rarità e l'eccezionalità di questa procedura sono sottolineate dal fatto che l'ultimo intervento analogo in Italia risale al 2017 all'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Un intervento complesso
Questo intervento chirurgico ha rappresentato la fase conclusiva di un percorso innovativo durato dieci mesi, articolato in diverse tappe di separazione progressiva cerebro-vascolare e una complessa ricostruzione multi-tissutale. L'équipe multidisciplinare, supportata da specialisti statunitensi ed europei con esperienza in casi simili, ha utilizzato simulazioni virtuali 3D e collaborato con altre eccellenze lombarde come l'Istituto Neurologico Besta, il Policlinico di Milano e appunto la struttura del capoluogo orobico.
Il Comitato etico clinico è stato costantemente coinvolto per un adeguato approfondimento bioetico della complessa situazione. Nonostante l'altissimo rischio e le precarie condizioni cliniche di una delle due bambine, l'obiettivo della separazione per entrambe è stato perseguito con tenacia. Le gemelline sono giunte in Italia nel luglio 2024 grazie a un volo organizzato dall'Aeronautica militare italiana e al trasporto di Areu, un viaggio reso possibile dalla segnalazione e dall'impegno congiunto di Smile House Fondazione Ets e della World Craniofacial Foundation.
Il commento di Regione
«Innanzitutto, il pensiero ai genitori: a loro giunga la vicinanza e il caloroso abbraccio di tutta la Lombardia. Poi, un sentito ringraziamento all’equipe multidisciplinare che ha reso possibile un intervento eccezionale» hanno dichiarato il presidente Attilio Fontana e l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso.
«Un commento il nostro - ha aggiunto l’assessore Bertolaso - che giunge solo dopo la diffusione della notizia e che non vuole in alcun modo intaccare la privacy della famiglia. Giusto e doveroso evidenziare quanto prezioso sia stato il raccordo di specialisti e operatori di assoluto livello, che ha visto tra i protagonisti eccellenze lombarde. Le complesse attività di studio e di intervento sono state oggetto dell’attenzione della comunità scientifica internazionale, in particolare europea e americana: i chirurghi statunitensi hanno anche collaborato in tutte le fasi del percorso».