Anziani al gelo nelle case popolari di via Luzzatti, ma per Aler era tutto «sotto controllo»
Nelle abitazioni è saltato il riscaldamento nei giorni della merla: 24 famiglie al freddo. Altri disagi nelle abitazioni di via Carnovali
di Wainer Preda
Il termosifone comincia a scaldarsi. La temperatura a risalire. Rosa tira un sospiro di sollievo. Sono stati cinque giorni decisamente complicati per lei e le altre famiglie - in buona parte composte da anziani - che vivono negli stabili al 17 e 19 di via Luzzatti, le Case Aler della Malpensata. Venerdì un guasto a una pompa ha mandato a gambe per aria il riscaldamento. E per tutto il fine settimana e oltre, i residenti hanno dovuto cavarsela alla bell’e meglio. Ventiquattro famiglie al freddo, nei giorni della merla.
Rosa Di Maggio, un nome che fa primavera, è una di loro. Ha 83 anni. È vedova e vive sola in un appartamento al pianterreno, sopra le cantine, un gelo becco. «Quando ho visto che il riscaldamento non funzionava ho chiamato l’Aler - spiega, battagliera -. Mi hanno detto che non dovevo rivolgermi a loro, ma all’azienda che si occupa della manutenzione. E io ho risposto: sì, ma la bolletta la pago all’Aler... Silenzio».
Per tutto il periodo Rosa - pensione da 690 euro al mese e una bolletta del gas da 90 - si è arrangiata. Coperte e vestiti più pesanti. E poi «una stufetta elettrica e le quattro fiamme del fornello costantemente accese» racconta.
La temperatura nell’appartamento è scesa e di parecchio. Di giorno bisogna ingegnarsi, scaldarsi come si può. «Io ho una bronchite cronica. Pertanto, ho cercato di stare fuori casa il più possibile - continua - sono andata nei negozi e al bar per trovare un po’ di caldo».
Al terzo piano dello stesso stabile vive una famiglia di immigrati. Papà, mamma e bimbo piccolo, di un anno. «Ci siamo arrangiati come potevamo - dicono - con vestiti più pesanti e una stufetta elettrica. Rispetto agli altri inquilini, abbiamo il vantaggio che il nostro è un appartamento piccolo e si scalda più facilmente. Il bambino l’abbiamo coperto il più possibile. Che altro potevamo fare?».
Più o meno lo stesso se lo sono chiesti nelle case popolari di via Carnovali, stavolta per le cantine allagate e la muffa negli appartamenti, anche se lì il riscaldamento non centra.
Ma tornando in via Luzzatti, la sera alcune famiglie si sono ritrovate con i vicini, nei caseggiati di fronte che hanno il riscaldamento funzionante, per fare due chiacchiere e scaldarsi un po’. Poi però arriva il buio (...)