Che cosa serve davvero per fermare la violenza prima che accada? A Bergamo si prova a farlo rafforzando il lavoro con gli uomini che hanno già commesso aggressioni o che rischiano di farlo. Ats ha infatti aggiornato e potenziato il Piano di Intervento Territoriale “Violence is never the answer”, grazie a un nuovo finanziamento regionale di 90.073,92 euro.
Un passo importante, che dà nuova spinta alle politiche di prevenzione della violenza di genere.
Serve potenziare
Con questa rimodulazione, Ats potrà ampliare i percorsi già attivi di recupero e responsabilizzazione, destinati sia agli adulti sia ai minori che mostrano comportamenti violenti o a rischio.
L’idea è quella di riuscire a intervenire prima, lavorare sul comportamento, ridurre il rischio che la violenza si ripeta. Negli ultimi anni, sempre più casi segnalano la necessità di programmi continuativi e strutturati. La scelta, infatti, è maturata proprio in un momento in cui i servizi territoriali intercettano sempre più situazioni di emergenza.
Chi porterà avanti i programmi
A realizzare i progetti saranno due realtà già da tempo impegnate su questo fronte: l’Asst Papa Giovanni XXIII, con il suo Centro per autori di violenze, e l’associazione La Svolta – Spazio Ascolto Uomini Maltrattanti, responsabile del percorso “Dal potere del controllo al potere di cambiare”.
Il finanziamento è stato ripartito tra i due enti, con 47.261,79 euro all’Asst e 42.812,13 euro a La Svolta.
Un lavoro di squadra
Il piano conferma il ruolo portante del Comitato di Coordinamento Territoriale, una rete che riunisce più di trenta soggetti: tribunali, forze dell’ordine, ambiti sociali, scuole, centri antiviolenza, Terzo settore, università e servizi sanitari. Un sistema complesso che lavora con procedure condivise, monitoraggi periodici.
Ats Bergamo coordina questo lavoro, garantendo procedure comuni, monitoraggi e iniziative informative rivolte ai cittadini.
Saranno dei percorsi più strutturati
I nuovi programmi prevedono percorsi individuali e di gruppo. Avranno una durata di 60 ore e si svolgeranno per almeno un anno, con valutazioni del rischio basate su strumenti riconosciuti a livello internazionale.
Sono previsti interventi anche per i minori, con attività educative pensate per intercettare subito comportamenti pericolosi. Ci saranno anche delle attività di follow-up successivi alla conclusione dei percorsi.
Il Piano rafforza inoltre il legame con la Casa Circondariale di Bergamo, così che chi ha iniziato un percorso in carcere possa proseguirlo sul territorio senza interruzioni.
L’impegno di Ats
«Il rafforzamento del Piano di Intervento Territoriale rappresenta un impegno concreto nella lotta contro la violenza di genere e nel contrasto e prevenzione della recidiva. Si pone l’obiettivo di responsabilizzare gli autori di violenza attraverso interventi e di intervenire a sostegno della costruzione di una comunità più sicura e consapevole», ha detto il direttore generale di Ats Bergamo, Massimo Giupponi.