Ats Bergamo cerca personale per il tracciamento. I sindacati: «Due anni passati invano»
Secondo Cgil, i 24 assistenti non riuscirebbero ad assolvere il compito: «Non distogliamo le forze dai controlli sui luoghi di lavoro»
A causa dell'aumento dei contagi Covid, Ats Bergamo ha voluto potenziare l'attività di contact tracing in previsione del reclutamento di nuovo personale, tra cui ci dovrebbero essere anche tecnici della prevenzione. Una riorganizzazione delle attività in cui da ieri, lunedì 20 dicembre, sono state sospese tutte le attività programmate e quelle non programmate differibili.
Tuttavia, perplessità in merito alle decisioni di Ats sono state espresse dal sindacato degli operatori, la Fp-Cgil Bergamo, «dopo due anni passati invano, a causa dell’assenza di una politica lungimirante del Direttore Generale, del Direttore Sanitario e del Direttore del Dipartimento Veterinario (nominato a suo tempo come referente Covid)» e perché «i 24 assistenti sanitari non riescono a gestire il contact tracing».
Le assunzioni di personale dedicato al tracciamento avrebbero coperto solo il personale cessato e non si sarebbe attuato nulla di quanto disposto dal Decreto del ministero Salute del 30 aprile 2020 relativo allo standard di personale. In questo è specificato che dovrebbe essere a disposizione non meno di una persona ogni diecimila abitanti, adibita alle attività di indagine epidemiologica, tracciamento dei contatti, monitoraggio dei quarantenati, tempestivo inserimento dei dati nei sistemi informativi e coordinamento del sistema di sorveglianza sul territorio nel supporto alle Asst per l’esecuzione dei tamponi.
«Purtroppo Ats si è lasciata sfuggire la possibilità di assumere nuovo personale, limitandosi solo a sostituire i pensionati», ha commentato Roberto Rossi, segretario generale della Fp-Cgil di Bergamo, intervenendo sulla questione. «Ats Bergamo non ha colto questa occasione, anzi nel complesso ha registrato un calo di personale: se, infatti, a fine 2020 i dipendenti erano 548, oggi se ne contano 526».
Secondo i lavoratori del Comitato, poi, «la Direzione non distingue ruoli e funzioni dei diversi profili delle professioni sanitarie. I tecnici della prevenzione non si sottraggono al lavoro di carattere amministrativo, ma deve essere garantito che non si trovino poi ad eseguire involontariamente un’inchiesta epidemiologica. La gestione confusa dei primi mesi ha lasciato l’iniziativa territoriale soprattutto alle azioni degli operatori che, volontariamente e con abnegazione, hanno dato informazioni e supporto alla popolazione». «Una pessima immagine dell’Ats, senza risposte coordinate. I lavoratori del Dips tra l'altro continuano a svolgere il loro lavoro rinunciando alle ferie programmate, per non gravare sui colleghi in servizio».
«Come Cgil teniamo anche a sottolineare il fatto che reclutare tecnici della prevenzione per il contact tracing significa distoglierli dalla loro mansione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Non si tolgano forze su questo fronte: le attività di ispezione e monitoraggio vanno svolte prima che avvengano gli infortuni», ha concluso Angelo Chiari, responsabile delle politiche per la sicurezza sul lavoro.