Attenzione! Tanti focolai nelle famiglie, secondo Ats si rischia la zona arancione
La campagna vaccinale procede su una media di diecimila somministrazioni al giorno, ma da sola non basta a fermare il virus
di Andrea Rossetti
In via Gallicciolli si sentono un po’ come degli acrobati, in continuo e precario equilibrio comunicativo. Perché non è semplice spiegare alle persone che, nonostante finalmente le vaccinazioni viaggino a buon ritmo e a Roma si parli ormai soltanto di riaperture, il virus ancora circola con preoccupante insistenza. L’allarme quarta ondata, lanciato dieci giorni fa dal Comitato tecnico scientifico regionale, appare un po’ eccessivo al momento secondo chi sente quotidianamente il polso del territorio, ma i numeri dicono anche che «il rischio zona arancione è elevato, tra due settimane, se non si torna ad alzare la guardia», afferma Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats di Bergamo.
Il problema dei focolai in famiglia
L’ultimo report settimanale dell’Ats, diffuso mercoledì 5 maggio, pur constatando una sostanziale stabilità in termini di nuovi casi riscontrati e sottolineando un calo sotto quota cento dell’incidenza settimanale di nuovi positivi ogni centomila abitanti, allo stesso tempo ha anche registrato una risalita «preoccupante», come la definisce Giupponi, dei focolai familiari. I dati, in questo caso, sono fermi al 2 maggio, ma indicano come si sia passati dai 49 focolai nelle famiglie individuati nella settimana che va dal 19 al 25 aprile ai 69 della settimana che va dal 26 aprile al 2 maggio. Una crescita che potrebbe essere legata anche alla riapertura delle scuole: nelle stesse due settimane, infatti, i focolai scolastici in provincia sono passati da 6 a 12.
Proprio Ats spiega bene il fenomeno in atto raccontando un caso avvenuto a fine aprile. Un bambino che frequenta la seconda elementare è risultato positivo a un tampone effettuato dopo alcuni giorni di malessere. Subito si è attivata la macchina del tracciamento, che ha portato all’isolamento della sua classe e al riscontro della positività anche dei due suoi fratelli e dei genitori. Nel frattempo, l’insegnante di uno dei due fratelli del caso indice è risultata positiva, con conseguente isolamento di altre due classi, mentre i tamponi effettuati su compagni e insegnanti del secondo fratello del caso indice hanno permesso di individuare altri sei positivi (cinque bambini e una insegnante). In isolamento sono stati messi anche diversi colleghi di lavoro del padre del bambino risultato per primo positivo. Riassumendo, le “conseguenze” di questo caso parlano di 128 persone in isolamento e, per ora, 13 positivi.
«Dobbiamo essere più attenti»
«L’impressione - commenta Giupponi - è che le persone stiano abbassando un po’ la guardia. Non basta aver ricevuto una dose di vaccino o avere dei parenti vaccinati con due dosi per dire “il virus non c’è più”. C’è ancora e resta pericoloso. Anzi, è proprio in questa fase che i comportamenti di tutti noi diventano ancora più importanti. Ci muoviamo di più, abbiamo più incontri, dunque dobbiamo essere più attenti. Altrimenti la curva tornerà a salire in modo importante e rischieremo di perdere le libertà che ci siamo appena riconquistati».