Aumenti del riscaldamento e promesse non mantenute: inquilini Aler di Bergamo sul piede di guerra
In una conferenza tenuta al Circolino della Malpensata si è parlato di famiglie «nel panico» e «prese in giro». Minacciate azioni legali

di Elena Esposto
«Aler, consapevole delle difficoltà economiche di gran parte dell’inquilinato, grazie al supporto di Regione Lombardia nel 2022 ha contenuto i costi del riscaldamento a carico delle famiglie assegnatarie. Anche per il 2023 confermiamo l’impegno a contenere più possibile gli aumenti».
Sono le parole riportate in una lettera datata 9 gennaio 2023 e a firma del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e dell'allora presidente di Aler Bergamo-Lecco-Sondrio, Fabio Danesi, smentite però da quelle di altre lettere che in queste settimane stanno arrivando nella posta di tanti inquilini delle case popolari. Lettere che comunicano che l’aumento dei costi c’è stato, che ha raggiunto circa il +70 per cento e che ora si deve procedere al pagamento dei conguagli. Valori che arrivano fino a 1.400 euro in un anno.
Del tema si è parlato durante la conferenza stampa di ieri (venerdì 22 agosto), presso il cortile del Circolino della Malpensata a Bergamo, durante la quale sono intervenuti Francesco Macario, presidente dell’Unione inquilini di Bergamo, Ezio Locatelli, già consigliere regionale e già deputato e membro del consiglio direttivo dell’Unione inquilini di Bergamo, e Giovanni Carenza, dell’Unione inquilini di Milano.
Promesse tradite
«È un fatto gravissimo, che ha gettato nel panico tanti assegnatari case popolari - ha spiegato Locatelli -. Si tratta di circa seimila famiglie prese in giro». Locatelli ha continuato, parlando anche di «raggiro» e «imboscata», sottolineando come la lettera del 9 gennaio 2023, in cui si prometteva di contenere l’aumento dei costi, non fosse «un volantino distribuito in campagna elettorale, ma un impegno assunto formalmente da parte di Aler e della Regione».
Proprio per capire che cosa abbia spinto Aler a fare marcia indietro, il 7 agosto l’Unione inquilini ha mandato una richiesta ufficiale per contestare l’entità dei conguagli e chiedere chiarimenti. «Se e quando riceveremo risposta e otterremo spiegazioni, procederemo a verificare se ci sono responsabilità di natura legale», ha concluso Locatelli.
Costi insostenibili
La riscossione degli arretrati, già iniziata con il mese di agosto, riguarda le famiglie assegnatarie di immobili con riscaldamento centralizzato e che pagano mensilmente un canone fisso calcolato sui consumi precedenti. I conguagli per l’aumento del costo del riscaldamento vanno dagli 800 ai 1.400 euro annui. Anche con il piano di rateizzazione concesso da Aler, la situazione rimane critica e peggiorerà l’anno prossimo, quando alle rate del 2022 si sommeranno quelle del 2023, ha spiegato Macario.
«Nelle case popolari vivono persone in situazione di fragilità economica, pensionati, persone disoccupate, invalide e famiglie monoreddito», ha aggiunto Locatelli. Per chi vive con una pensione minima, che nel 2025 è di 603 euro mensili, aggiungere una rata da 100 euro al canone d’affitto e alle spese dell’anno in corso è un peso insostenibile.
Disparità tra provincie
Già da alcuni anni Regione Lombardia mette a disposizione il Contributo regionale di solidarietà, un'agevolazione per sostenere le famiglie assegnatarie di alloggi pubblici (Aler e non) che si trovano in situazioni di vulnerabilità economica e in difficoltà a sostenere i costi. Il contributo è dedicato alle famiglie con Isee inferiore a 9.360 euro ed è destinato ad ammortizzare le spese come quelle del riscaldamento.
Per il 2025 sono stati stanziati 22,15 milioni di euro, ai quali sono stati aggiunti ulteriori dieci milioni, destinati però solo ad Aler Milano e Aler Pavia-Lodi (8,9 milioni per la prima 1,1 milioni per la seconda), come ha spiegato Carenza.
«È evidente la situazione di iniquità - ha affermato Macario -. Per Regione Lombardia ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B. E viene anche il sospetto che il contributo speciale sia stato dato a quelle Aler con i bilanci più disastrosi, penalizzando di fatto quelle più virtuose, come la nostra».
Il timore è che la mancanza di contribuiti aggiuntivi porti a spostare una parte dei fondi destinati alla manutenzione degli immobili verso misure di sostegno agli inquilini, e questo «non può essere accettato» ha concluso Macario.
La mobilitazione continua
«La conferenza stampa è solo l’inizio di un percorso di mobilitazione più lungo», ha concluso Locatelli. Un percorso che avrà la sua seconda tappa il 6 settembre alle 10, sempre presso il cortile del Circolino della Malpensata, in un’assemblea pubblica alla quale sono invitati tutti gli inquilini.