Aumenti nelle Rsa lombarde, l’allarme della Cgil: «Se confermati, la situazione sarà esplosiva»
Secondo il sindacato, per molti cittadini e famiglie diventerà impossibile sostenere i costi delle strutture
La situazione per le Rsa comincia ad essere davvero preoccupante: da una parte ci sono i bilanci familiari, già messi in ginocchio dagli aumenti delle bollette e dei generi alimentari, dall’altra l’approssimarsi dell’inizio della scuola, che comporterà ulteriori aumenti sui libri scolastici. Per molti cittadini e famiglie diventerà impossibile sostenere gli aumenti annunciati - e in alcuni casi già applicati - dalle strutture. Ad esporre la situazione è stato oggi (mercoledì 7 settembre) Valerio Zanolla, segretario generale dello Spi Cgil Lombardia, commentando la situazione in Lombardia.
«I rincari sulle rette stanno diventando sempre più insostenibili per le famiglie - ha rimarcato Federica Trapletti della Segreteria -: oggi ricoverare un anziano costa alle famiglie mediamente duemila euro al mese e la pensione non basta. La mancanza di una legge sulla non autosufficienza, che garantisca i livelli essenziali delle prestazioni e l’assoluta inadeguatezza dei servizi domiciliari assistenziali lombardi, mette le famiglie con le spalle al muro». Dall’inizio della pandemia, nonostante le risorse economiche che in più riprese la Regione ha stanziato al settore, le rette hanno già subìto aumenti tra i 90 e i 100 euro al mese, dovuti ai costi di sanificazione. «Ora, però, si sta parlando di ulteriori possibili aumenti, che possono arrivare fino a 10-12 euro al giorno: è chiaro che si stratta di costi che le famiglie non possono affrontare», ha sottolineato Trapletti.
Secondo il resoconto della Cgil stanno aumentando i casi di insoluti, che vanno poi inevitabilmente a gravare sui bilanci comunali, sottraendo risorse che potrebbero essere destinate ad altri interventi socio assistenziali, riducendo quindi la capacità delle amministrazioni comunali di rispondere ai bisogni emergenti. «Per questo motivo Spi Cgil Lombardia sta chiedendo da circa un anno all’Assessorato alla Sanità la convocazione del tavolo congiunto con gli enti gestori e i Comuni», tuttavia «ad oggi questa richiesta è rimasta inascoltata, ma ora siamo di fronte ad una vera e propria emergenza. È necessario che Regione Lombardia intervenga con risorse adeguate, vincolandole all’impegno delle strutture, che non devono procedere ad ulteriori aumenti a carico delle famiglie».
Riguardo all’incremento del costo del personale, il sindacato lo attribuisce agli aumenti ad personam che le Rsa hanno dovuto riconoscergli, per «evitare l’esodo verso gli ospedali, dal momento che i contratti di lavoro applicati sono considerevolmente svantaggiosi rispetto a quelli della sanità. Ma questo problema va risolto sui tavoli di contrattazione e non scaricato sulle famiglie». Lo scorso anno, il sindacato dei pensionati unitariamente ha raccolto ben 27 mila firme a supporto delle sue proposte di riforma delle Rsa. «L’amministrazione regionale – ha concluso Zanolla - le ha colpevolmente e volutamente ignorate, scaricando gli oneri e le colpe sugli altri livelli. A questo punto non si capisce con che coraggio rivendichino più autonomia da Roma quando non sono in grado neppure di far fronte ai compiti loro assegnati».