Dal primo gennaio 2026 viaggiare in autostrada costerà di più. I pedaggi aumenteranno dell’1,5%, un adeguamento legato all’inflazione che arriva dopo anni di stop e rinvii.
Una decisione che accende subito lo scontro politico, con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che parla di mani legate e l’opposizione che invece punta il dito contro il ministro Matteo Salvini.
Cosa cambia per chi viaggia
Lo riporta oggi (mercoledì 31 dicembre) L’Eco di Bergamo. La notizia principale è questa: tutti i pedaggi autostradali aumentano. Attenzione quindi anche a chi entra ed esce da Bergamo.
L’adeguamento scatterà automaticamente da gennaio e riguarderà le concessionarie per le quali è in corso l’aggiornamento dei Piani economico finanziari, i cosiddetti Pef.
L’aumento sarà pari all’1,5%, cioè all’indice di inflazione programmata per il 2026. Dopo le promesse di congelamento degli ultimi anni – e decantate da Matteo Salvini – la realtà è che gli automobilisti si troveranno a pagare di più ogni volta che passeranno dal casello.
Ormai è deciso
Dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) spiegano che non c’è stato margine di manovra. In una nota, il Mit afferma che la Corte Costituzionale «ha vanificato lo sforzo del ministro Salvini e del governo di congelare le tariffe fino alla definizione dei nuovi piani».
Tradotto: dopo le decisioni della Consulta e dell’Autorità dei Trasporti, il ministero non può più intervenire per bloccare gli aumenti.
Il dibattito politico
Le opposizioni non accettano questa versione. Per il Patto per il Nord, il governo cerca di scaricare la colpa sulla Corte Costituzionale, mentre il Movimento 5 Stelle parla di un aumento che peserà soprattutto sull’autotrasporto.
Il Pd attacca duramente Salvini: «Ormai anche i comunicati del Mit certificano il totale fallimento di Matteo Salvini come Ministro dei Trasporti. Stavolta, nel goffo e ignobile tentativo di mascherare la sua incapacità e di scaricare sulla Corte Costituzionale la responsabilità dei rincari sulle autostrade, che peseranno dal primo gennaio sulle tasche di tutti i cittadini che si metteranno in viaggio»
La Lega, d’altro canto, replica: la responsabilità non è del ministro Salvini, non è lui ad aver aumento le tariffe dei pedaggi, ma la Corte Costituzionale.
Perché è aumentato il pedaggio?
Il percorso che porta agli aumenti parte da lontano. A ottobre scorso la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittimi i continui rinvii agli adeguamenti tariffari decisi dai governi dal 2020 in poi. Secondo i giudici, le norme che avevano bloccato gli aumenti in attesa dell’aggiornamento dei Pef violavano diversi articoli della Costituzione, tra cui quello sulla libertà d’impresa.
La Consulta ha quindi accolto il ricorso del Consiglio di Stato, che a sua volta era intervenuto su richiesta di una concessionaria autostradale penalizzata dal mancato riconoscimento degli adeguamenti per il 2020 e il 2021.
Da lì, l’effetto domino: se erano illegittimi i blocchi per quei due anni, lo erano anche quelli successivi.
Da domani si paga
A decidere gli aumenti, oggi, è l’Autorità di regolazione dei trasporti. È lei che stabilisce come calcolare pedaggi e tariffe e che approva gli aggiornamenti delle concessioni. Il 21 dicembre l’Autorità aveva dato il via libera ai nuovi sistemi tariffari, basati sul principio del “pay per use”: in tariffa vengono riconosciuti solo gli investimenti davvero fatti.
Il risultato finale, però, è uno solo: da domani (1º gennaio) i pedaggi autostradali si pagano di più.