Bene il recupero del Castello dell'Allegrezza, ma non si trasformi il sentiero in una strada!
L'associazione è contenta, ma dice no a un eventuale percorso carrabile che per essere realizzato necessiterebbe del sacrificio di parte del bosco
La giunta Regionale ha confermato lo stanziamento di 2,5 milioni per il recupero del Castello dell'Allegrezza, bene storico risalente all'XI secolo, inizialmente appartenente alla famiglia La Crotta, successivamente passato ad Alberto Suardi (1353) e infine diventato cascina del Convento di Astino.
Il progetto pone le proprie basi in un accordo di Programma stipulato diversi anni fa tra la Regione e il Parco dei Colli di Bergamo, il Comune di Bergamo, la Provincia di Bergamo e la Fondazione Misericordia Maggiore per il recupero di un bene architettonico abbandonato da tempo.
Strade alternative
La notizia dello stanziamento di fondi per procedere presto alla qua riqualificazione non può che far piacere a molti e anche a Legambiente Bergamo, che tuttavia avverte: «Nelle proposte discusse si ipotizzava che il sentiero che attualmente permette di raggiungerlo venisse trasformato in una strada di cantiere e che, terminata l’opera, questa stessa strada sarebbe diventata carrabile. Il sentiero di collegamento al Castello passa attraverso il Bosco dell’Allegrezza, un querceto ad alto fusto tra i più significativi del territorio e uno dei due siti di importanza comunitaria gestiti dal Parco dei Colli di Bergamo. Vengono chiamate Zone di Protezione Speciale proprio per sottolineare l’importanza e la necessità della massima tutela e di delicatezza negli interventi. Pare allora un forte controsenso che per istituire un osservatorio sul paesaggio, il paesaggio stesso debba essere deturpato».
In equilibrio con l'ambiente
Secondo Legambiente il focus sta nella scelta del metodo di tutela di un bene culturale, la cui messa in sicurezza sta a cuore a molti ma, al tempo stesso, deve trovare un equilibrio con la difesa dell’ambiente in cui è inserito. Sul sito della Provincia si legge: «Il sito soffre di tutti gli effetti negativi dovuti alla sua collocazione vicino alla città, primo fra tutti il disturbo antropico causato dall'insufficiente regolamentazione dell'accessibilità, che si concretizza in un degrado non irrilevante, data l'esiguità della superficie interessata». La Provincia stessa, che ha sottoscritto l'accordo di Programma per il recupero del Castello dell'Allegrezza, ritiene che si debba limitare il più possibile la presenza umana.
Il no alla strada
«Con fermezza sosteniamo che una strada che modifichi il paesaggio e preveda anche solo un taglio d'alberi lì non deve essere realizzata - continua Legambiente Bergamo -. A chi si occuperà della progettazione e del recupero dell'edificio, quale che sia il suo uso definitivo, ci rivolgiamo perché tenga ben presente queste indicazioni e faccia tutti gli interventi cercando soluzioni per non interferire con la flora e la fauna che lì intorno vivono e che rappresentano un patrimonio eccezionale di tutta la collettività. Gli alberi e le foreste sono elementi essenziali per l’adattamento al cambiamento climatico e mentre ci donano benefici imprescindibili per la nostra esistenza il nostro compito deve essere gestirli in modo sostenibile assicurando la loro conservazione, la loro resilienza e la loro capacità di contrastare la crisi climatica in corso».