Preoccupazione

Benzinai, forte preoccupazione per il nuovo decreto: «Di certo non risolve il grave problema dei rincari»

Le stazioni di servizio dovranno esporre, oltre al prezzo proposto dal gestore, anche quello medio nazionale dei carburanti

Benzinai, forte preoccupazione per il nuovo decreto: «Di certo non risolve il grave problema dei rincari»
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Tra le novità principali del nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri ieri, martedì 10 gennaio, una riguarda anche i gestori di pompe di benzina. Le stazioni di servizio, infatti, dovranno esporre il prezzo medio nazionale dei carburanti - elaborato ogni giorno dal Ministero dell'Ambiente - a fianco di quello proposto dal gestore. Pena sanzioni e sospensione dell'attività da sette a novanta giorni in caso di recidività. Sulla rete autostradale, invece, gli esercenti dovranno applicare prezzi di vendita non superiori a una percentuale del prezzo medio giornaliero, che verrà determinata da apposita norma.

Forte la preoccupazione dei benzinai in seguito all'approvazione della norma, che si vedono riversare una nuova incombenza: pubblicare e aggiornare costantemente il prezzo medio rilevato a livello nazionale di ogni singola tipologia di carburante. «Un'informazione che non porta alcun vantaggio al consumatore - commenta Renato Mora, presidente provinciale del Gruppo Gestori distributori carburante Ascom Confcommercio Bergamo - e che di certo non va a risolvere il grave problema dei rincari con cui si scontrano ogni giorno gli automobilisti italiani».

«Innanzitutto - prosegue Mora - le attuali polemiche attorno al caro carburanti sono dovute alla decisione del governo di togliere la riduzione delle accise decisa a marzo 2022, per un totale di 30,5 centesimi al litro e che gli utenti si sono ritrovati dal primo gennaio. Il prezzo medio dei carburanti è passato da circa 1,60 euro al litro a circa 1,85 euro al litro».

«Speculazione? Il margine medio è di 3,5 centesimi»

La categoria, inoltre, ha replicato alle accuse di speculazione nei confronti dei gestori delle pompe di benzina. «La caccia agli speculatori sta mettendo la nostra categoria sul banco degli imputati - risponde Mora con fermezza -. I gestori degli impianti di distribuzione carburanti sono obbligati per contratto ad applicare i prezzi indicati dalle compagnie petrolifere e il margine medio per il gestore è di circa 3,5 centesimi al litro qualsiasi sia il prezzo del carburante. Oltretutto abbiamo l'obbligo di comunicare al ministero ogni variazione dei prezzi praticati. La categoria ha operato, opera e opererà sempre con trasparenza e nel rispetto delle regole. Se ci sono spinte speculative, certamente non vengono dalla nostra categoria».

L'aumento dei prezzi alla pompa corrisponde quasi specularmente all'aumento dell'accisa e dell'Iva sull'accisa, senza spunti di natura speculativa alla distribuzione: è quanto mette in evidenza Figisc Confcommercio nella sua tabella dei prezzi rilevati dalla fine dell'anno al 5 gennaio. Dal 30 dicembre 2022 al 5 gennaio 2023, in base ai dati dei prezzi praticati dell'Osservatorio ministeriale, è emerso che:

  • le accise sono aumentate di di 0,150 €/litro, con Iva 0,183 €/litro
  • le quotazioni dei raffinati sono aumentate di 0,015 €/litro per la benzina e diminuite di 0,006 €/litro per il gasolio, in media col mix di consumo dei prodotti sono, pertanto, ferme
  • i prezzi alla pompa sono aumentati di 0,184 €/litro per la benzina in self e di 0,175 €/litro per la benzina in servito, ossia in media col mix dei due servizi di 0,182 €/litro
  • i prezzi alla pompa sono aumentati di 0,180 €/litro per il gasolio in self e di 0,172 €/litro per il gasolio in servito, ossia in media col mix dei due servizi di 0,178 €/litro
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