Bergamo, ospedale Papa Giovanni: ecco il piano per il futuro
Novità in arrivo per la Pediatria. Nuove iniziative anche per il nosocomio di San Giovanni Bianco. E poi ulteriori case di comunità
Tante novità e uno sguardo al futuro nel «Piano di organizzazione aziendale strategico», il cosiddetto Paas 2022-2024, dell'Asst Papa Giovanni XXIII.
Nelle 350 pagine del documento, approvato da Regione Lombardia, sono spiegati nei minimi dettagli gli sviluppi dell'ospedale bergamasco e dei servizi per il territorio, vallare e cittadino.
La prima novità riguarda il «Dipartimento funzionale dei percorsi pediatrici integrati», che assicurerà una continuità nella cura dei bambini ricoverati in Unità o Dipartimenti non legati all'ambito materno-infantile. Oltre alle strutture già esistenti andranno ad aggiungersene nuove: Anestesia e Rianimazione pediatrica e Cardiopatie congenite del bambino.
Il Piano conferma l'impegno dell'ospedale nel settore ricerca clinica. Nel 2021 il Papa Giovanni ha contribuito a ben 184 studi clinici, 123 studi clinici no-profit, 548 pubblicazioni scientifiche e 71 progetti di ricerca.
Per quanto riguarda il territorio, il Piano prevede anche interventi all'ospedale di San Giovanni Bianco, molto discusso negli ultimi anni. Ci sarà spazio per i cosiddetti "subacuti", a cui verrà collegato l'ospedale di comunità previsto entro fine anno, che aggiungerà posti e servizi a quelli già presenti: dieci i posti iniziali, che diventeranno a regime venti, ha spiega il direttore generale dell'Asst Maria Beatrice Stasi, a L'Eco di Bergamo.
Per quanto riguarda le altre strutture dell'ospedale brembano, la direttrice ha spiegato che verranno mantenute e in alcuni casi potenziate, tra cui l'aumento delle prestazioni oncologiche.
Nel disegno della nuova sanità territoriale trovano posto anche le altre Case di comunità. Oltre alle due già attive a Borgo Palazzo e Sant'Omobono, entro fine anno sarà il turno di Villa d'Almè e – appunto – San Giovanni Bianco.
Nel 2023 verrà attivata la Cdc di Zogno, l'anno successivo al «Matteo Rota« e alla Cdc in via Ghirardelli, in città. Queste strutture serviranno a rafforzare servizi già esistenti e aggiungerne di nuovi, come lo psicologo di comunità, postazioni di telemedicina, infermieri di famiglia.