Bergamo perde un'altra insegna storica: dopo 87 anni chiude la Ravasio Fiori
Il titolare Adriano Ravasio fa un passo indietro: non per mancanza di lavoro, ma di ricambio generazionale
Foto in apertura di Sergio Agazzi
Dal prossimo fine luglio, Largo Belotti sarà un po' più "spento": i tanti, bellissimi fiori che coloravano quell'angolo del Centro Piacentiniano non ci saranno più, perché da fine giugno la storica attività Ravasio Fiori abbasserà definitivamente le sue saracinesche. Il titolare, Adriano Ravasio, ha scelto di fare un passo indietro. Non per mancanza di lavoro, come ha raccontato a L'Eco di Bergamo, bensì di ricambio generazionale.
Il negozio è stato fondato nel 1936 dal padre Eugenio, insieme al fratello Vittorio: insieme, hanno portato per la prima volta a Bergamo orchidee e papaveri. Una bellissima storia, non senza qualche curiosa coincidenza. Vittorio, infatti, si è fatto la "gavetta" nei giardini vaticani di Castel Gandolfo.
Il fratello Eugenio, mentre era prigioniero di guerra in Sud Africa, conobbe invece una signora inglese a cui curò il giardino. Tornò a casa portando con sé semi di papavero, che hanno dato vita a una pagina importante nella vetrina delle insegne storiche bergamasche.
Eugenio e Vittorio hanno trasmesso la loro forte passione ai rispettivi figli, che hanno proseguito l'attività fino ai giorni nostri: Adriano e Gianni, scomparso lo scorso dicembre all'età di 82 anni. A fine giugno, Ravasio Fiori chiuderà per sempre, ma Adriano non rinuncerà alle sue amate corolle e continuerà a occuparsi delle proprie serre. Ma il negozio, con il suo lento via vai, gli mancherà sicuramente moltissimo.