Commenti su: Bergamo-Treviglio, i Comuni “ribelli” salgono a 8: ecco perché diciamo “no” all’autostrada

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Pierluigi Valsecchi

Questa autostrada è come la corazzata Potemkin.....

Karol

Sono estremamente d'accordo nell' affermare l'inutilitá e la devastazione del progetto, sarebbe molto piú utile aumentare di corsie le extraurbane che hanno ancora la doppia corsia. Che ogni mattina sono intasate da camion e colonne incessanti. Quello risolverebbe il traffico e soprattutto non ucciderebbe il terriotorio ambientale e gli animali che vi ci abitano. Senza l'autostrada potrebbero continuare ad essere considerati paesi tranquilli con aree verdi, salutari e benefiche per i proprie abitanti nonché per le nostre generazioni future. Che dovrebbero conoscere ed apprezzare la bellezza di una provincia viva, non per i suoi asfalti a pagamento, ma per la sua storia, bellezza e natura.

Alberto

Il problema è che sarà difficile che il Ministero (Salvini) dica no alla Regione (Lega). È un affare troppo grosso perché vada in fumo, chi se ne frega dei Comuni e del consumo di suolo e degli utenti che non la prenderanno per non pagare un patrimonio (ci saranno solo camion, camion, camion).

Francesco Giuseppe

Congratulazioni a questi comuni che guardano sempre e solo al loro orticello, sbattendosene degli interessi degli altri cittadini. Interessi di mobilità viabilistici che proprio loro hanno danneggiato e danneggiano quotidianamente con le opere stradali dui propri territori. Osio sotto con la creazione di rondò con semafori e semafori pedonali che bloccano il traffico; Levate con rondò blocca circolazione, Ciserano che sta trasformando le strade di Zingonia in mulattiere del 700 e la "Francesca" in un percorso da Giochi senza Frontiere; e si potrebbe continuare. I lavoratori che viaggiano e producono il pil si vedono ogni giorno allungare i tempi di viaggio

Franco

Opera pilotata per fare l'interesse dei soliti pochi amici , non importa se è inutile non importa se alcuni si oppongono e neppure se non vengono rispettati vincoli o bilanci vincono sempre quei pochi e poi ci raccontiano che siamo in democrazia