Solidarietà

Bergamo unita contro la violenza: duecento fiaccole in ricordo di Mamadi Tunkara

Un'iniziativa dell'Associazione Giovani Gambiani in collaborazione con il Comune. Carnevali: «Dobbiamo impegnarci per costruire una città più giusta e sicura»

Bergamo unita contro la violenza: duecento fiaccole in ricordo di Mamadi Tunkara
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di Alessandro Giovanni Pagliarini

Ieri sera (venerdì 17 gennaio), le fiaccole hanno illuminato il centro città di Bergamo. Sono state circa duecento le persone radunatesi in Largo Rezzara per commemorare Mamadi Tunkara, il trentaseienne gambiano vittima di un brutale omicidio lo scorso 3 gennaio. Un'iniziativa organizzata dall'Associazione Giovani Gambiani in collaborazione con il Comune di Bergamo.

Il corteo, avvolto in un silenzio rotto solo dalle preghiere di amici e familiari, è partito intorno alle 18.40 percorrendo via XX Settembre fino a raggiungere il passaggio Pierantonio Cividini, luogo dell'amara tragedia.

Una fiamma di speranza

Con la voce rotta dall'emozione e le lacrime agli occhi, la sindaca Elena Carnevali ha espresso il dolore dell'intera città: «La perdita di Mamadi è una ferita profonda per tutta la nostra comunità. La tragedia che lo ha colpito, che ha colpito la sua famiglia e la comunità dei gambiani, ci addolora profondamente, non solo per l'atto di violenza che ha portato via un uomo ricordato come gentile e rispettoso, ma anche perché scuote la nostra comunità».

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«Questa tragedia ci ricorda quanto sia fondamentale promuovere rispetto e convivenza pacifica - ha sottolineato la sindaca durante il suo intervento -. Mamadi aveva scelto Bergamo come città di riscatto e lavorava per sostenere una numerosa famiglia. Dobbiamo impegnarci per costruire una città più giusta, investendo nell'educazione, nella cultura e nella solidarietà».

«Questa fiaccolata non è solo un momento per elaborare il lutto, ma è anche un atto di condanna contro ogni forma di violenza e una potente richiesta di giustizia. È l'espressione del nostro impegno comune a costruire una Bergamo più giusta», ha concluso la prima cittadina.

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L'umanità non conosce differenze

Anche don Davide Rota del Patronato San Vincenzo ci ha tenuto a ricordare la figura di Mamadi: «In questi momenti più tragici si ritrova la forza di questa comunità. Vivere insieme a questi ragazzi è una scuola di umanità continua. Ognuno di loro porta qui il meglio di sé ed è un grande insegnamento per tutti noi». Al suo fianco don Valetino Ottolini, parroco delle Grazie.

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Particolarmente toccanti le parole di Foday Sillah, presidente dell'Associazione Giovani Gambiani: «Vogliamo esprimere profonda gratitudine alla cittadinanza bergamasca e ai tanti che hanno mostrato vicinanza in questo momento di grande dolore. La morte di Mamadi ha lasciato un grande vuoto, ma il sostegno e calore ricevuto ci ricorda che la nostra comunità non è sola. Non ci sono mussulmani o cristiani, ma uomini e donne uniti dal rispetto reciproco, dalla compassione e dalla solidarietà».

Verso una città più sicura?

«Questa è la Bergamo che vogliamo - ha concluso Carnevali - una città che non cede alla paura, all'indifferenza ma che sceglie la via del rispetto, della giustizia e della speranza, senza distinzione di provenienza o appartenenza. Una città che sa che la sicurezza è un bisogno di tutti e che ognuno di noi è fondamentale per costruirla».

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Presenti alla manifestazione gli assessori comunali Sergio Gandi (vicesindaco e delega alla Cultura), Giacomo Angeloni (Sicurezza), Claudia Lenzini (Politiche abitative), Marzia Marchesi (Servizi educativi) e Marcella Messina (Politiche sociali), a testimonianza dell'impegno dell'amministrazione comunale.

Sostegno e solidarietà

L'iniziativa ha visto il sostegno di numerose organizzazioni locali: dalla Fondazione Opera Diocesana Patronato San Vincenzo alla Rete Bergamasca Pace e Disarmo, dal Cpia 1 di Bergamo alle Acli, fino al Coordinamento Provinciale Bergamasco Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani. Hanno aderito anche Community Matching Bergamo di Unhcr, il Pd Città di Bergamo, Alleanza Verdi e Sinistra Bergamo, la Parrocchia S. Maria Immacolata delle Grazie, Arci Bergamo, Cgil Bergamo e le associazioni dei commercianti dei quartieri storici.

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La fiaccolata si è conclusa al Passaggio Cividini con un momento di raccoglimento, trasformando un luogo di tragedia in un simbolo di unità e speranza per il futuro della città.

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